L’ex Opg di Aversa avrebbe un “peccato originale”: la tesi di Alberto Coppola

di Nicola Rosselli

Aversa – Il carcere nuovo di zecca ospitato nell’ex opg “Filippo Saporito”, avversato praticamente da tutti nella città normanna, avrebbe un “peccato originale” di illegittimità dal punto di vista amministrativo.

A far balenare l’ipotesi (da verificare) Alberto Coppola, aversano, docente di legislazione urbanistica alla facoltà di architettura dell’Università “Federico II” di Napoli. “All’indomani della fine della campagna elettorale, forse, il primo argomento di cui dovrebbe occuparsi il Consiglio Comunale neoeletto, immediatamente dopo la convalida degli eletti, nella Sua unità – afferma Coppola – è rappresentato dall’insediamento del Penitenziario al posto del dismesso Opg. Se la politica locale vuole riappropriarsi delle decisioni che riguardano il proprio territorio ha strumenti e poteri per farlo. Innanzitutto, va verificata la compatibilità del nuovo insediamento con il vigente Piano regolatore generale”.

Fatta questa premessa in linea generale, il professore scende nel particolare: “Formalmente e di fatto, ci si trova di fronte ad un cambio di destinazione d’uso non solo del manufatto edilizio, rappresentato da un intero Complesso immobiliare, ma anche di fronte ad un cambio di destinazione d’uso urbanistico. Come noto a tutti, ogni cambio di destinazione d’ uso – urbanistico od edilizio –, anche per opere pubbliche di interesse statale, deve rispettare procedure di legge. Il cambio è possibile e mi auguro che il Ministero abbia seguito al procedura di legge che vede coinvolto direttamente il Comune di Aversa. La presenza della Gestione Commissariale, con i poteri monocratici, avrebbe favorito l’accelerazione delle procedure. Ma è più giusto che si esprima il Consiglio Comunale. Sono sicuro che il Ministero di Grazia e Giustizia non abbia nessuna intenzione di violare la legge. Allora, verificata l’attuale destinazione d’ uso urbanistica dell’area, si chieda il rispetto della legge. Una struttura sanitaria al posto di una struttura penitenziaria sono due cose ben distinte, a rigore della legislazione urbanistica vigente”.

Insomma, se la politica locale vorrà, potrà, se non impedire, almeno tentare di ostacolare la sopravvivenza del nuovo istituto di pena.

Sulla vicenda della riconversione del ‘Saporito’ in carcere interviene ancora anche l’ex sottosegretario alla giustizia Pasquale Giuliano, aversano, che dichiara: “Sono esterrefatto per la dichiarazione di disinteresse per la struttura da parte della Regione Campania e dell’allora governatore Stefano Caldoro in particolare, quando dal ministero di giustizia hanno chiesto (primi mesi del 2015, ndr) un’eventuale manifestazione di interesse per la struttura che, lo ripeto, in buona parte, una volta abbattute le mura, deve essere messa al servizio della città e del Tribunale di Napoli Nord. Oggi non dobbiamo farci prendere dalla disperazione di una situazione di fatto subita senza che ci sia stato un minimo di confronto. I cittadini, le associazioni e i partiti, la città devono mobilitarsi per riprendersi un futuro che il perpetrarsi della permanenza di quelle mura impedisce. La città, il suo cuore, il centro storico, sono divisi da un muro che non le consente uno sviluppo, una diversa mobilità, una migliore qualità della vita per tutti gli aversani”.

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