San Cesareo, usura e minacce a imprenditore: due arresti

di Redazione

San Cesareo (Roma) – Con l’accusa di estorsione in concorso, usura e lesioni personali i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Palestrina, alle porte di Roma, hanno arrestato due persone, italiane; un 36enne di origine campana con precedenti penali e un 29enne imprenditore del posto.

Le indagini sono partite lo scorso agosto dalla denuncia ai carabinieri di Palestrina di un imprenditore edile di San Cesareo, in provincia di Roma. In quell’occasione l’uomo aveva riferito del debito usuraio che si era visto costretto ad assumere suo malgrado nel corso del tempo, per far fronte a difficoltà economiche nella gestione dell’impresa. Dagli accertamenti condotti dai carabinieri è emerso che la vittima era stata avvicinata da uno dei due arrestati, che si era reso disponibile ad offrire denaro in prestito a un tasso ritenuto “ragionevole”.

L’imprenditore, che aveva trovato le “porte chiuse” nel circuito legale del credito, pur di pagare gli operai e i fornitori si era visto offrire un’ingente somma di denaro, trovandosi però costretto ad accettare interessi altissimi.

Nel corso del tempo all’uomo, che non riusciva a soddisfare le pretese dei suoi aguzzini, era stata così tolta prima la macchina di grossa cilindrata della moglie e successivamente l’autocarro intestato alla società.

Successivamente la vittima ha cominciato a versare mensilmente denaro per coprire gli interessi usurai, fino a arrivare a versare quattro volte l’intera somma ricevuta in prestito, ma senza riuscire ancora a vedere ridotto il capitale iniziale del debito.

L’imprenditore, completamente strozzato, è stato più volte aggredito, intimidito e vessato, al punto da vedersi costretto a vendere parte dei suoi beni strumentali per fare fronte al debito. In una circostanza è stato letteralmente prelevato e condotto in un’area di servizio autostradale, dove è stato pesantemente picchiato e intimidito, tanto da dover ricorrere alle cure mediche presso l’ospedale di Palestrina. Addirittura, nonostante le oggettive difficoltà dell’imprenditore di fare fronte al debito, gli aguzzini lo hanno esortato a costringere la moglie a prostituirsi, fino all’intera restituzione della somma concessa.

Il modus operandi degli arrestati era particolarmente opprimente. La pressione veniva esercitata non solo nei riguardi dell’imprenditore ma anche dei suoi congiunti: i soggetti si presentavano nei pressi della scuola dei suoi figli, arrivando a intimidire persino la moglie. Le incursioni a casa del nucleo familiare erano quasi quotidiane, le telefonate erano ossessive, così come poi efficacemente ricostruito dalle certosine indagini dei militari dell’Arma.

Le investigazioni hanno appurato che il denaro arrivava agli arrestati per il tramite di conti correnti di società riconducibili a soggetti vicini agli usurai. Sono in corso ulteriori accertamenti da parte dei carabinieri di Palestrina per fare piena luce sul fenomeno usuraio nel territorio dei comuni a sud di Roma e in particolare a San Cesareo.

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