La famigerata “Audi gialla” trovava bruciata: ma c’è un indizio

di Redazione

E’ finita la corsa dell’Audi gialla è finita. L’auto, ormai famigerata, è stata trovata abbandonata e bruciata nelle campagne tra Onà di Fonte e Asolo, nella provincia di Treviso, la sera del 26 gennaio.

I rapinatori hanno tentato di cancellare le loro tracce dando fuoco alla vettura, anche se un indizio sarebbe rimasto. I carabinieri del Ris di Parma hanno trovato nel bagagliaio un piede di porco che potrebbe presentare impronte digitali utili ai fini investigativi.

L’indizio potrebbe riaprire la caccia all’uomo scattata giorni fa quando l’Audi gialla ha iniziato la sua fuga al nord Italia. Aver bruciato l’auto ha cancellato le eventuali tracce di sudorazione, impronte digitali o altro materiale organico contenente Dna.

L’auto ormai era troppo pericolosa per continuare la fuga, tra centinaia di segnalazioni e foto, ed era braccata dalla polizia in tutto il Nordest. Per questo motivo i banditi, di cui solo uno è stato identificato, hanno deciso di liberarsi dell’auto con targa svizzera, e di cambiare auto.

La cura con cui hanno scelto il posto per bruciarla fa pensare che il covo dei malviventi, o i punti d’appoggio, fossero effettivamente in provincia di Treviso. Hanno individuato una zona sperduta di campagna, via Battagello, tra i comuni di Onè di Fonte e Asolo e qui hanno portato l’Audi, sulla riva del torrente Muson. Poco dopo mezzanotte un uomo che abita nelle vicinanze ha udito uno scoppio, è uscito e ha notato le fiamme provenire dalla direzione del torrente. Sul posto sono arrivati i vigili del fuoco, i carabinieri di Castelfranco, poi gli uomini del nucleo operativo del comando dell’Arma di Treviso. Spento il rogo, sono iniziate le analisi scientifiche.

La vernice sgargiante era distinguibile solo in qualche frammento della carrozzeria, ma i Carabinieri sono riusciti a recuperare la targa, che seppur mezza bruciata ha consentito di accertare che si trattava della ‘Rs4′ gialla, immatricolata nel Canton Ticino, rubata il 26 dicembre a Milano. All’interno non si scorgeva nulla, se non i sedili carbonizzati. La carcassa è stata posta sotto sequestro e portata in un deposito giudiziario a Castelfranco.

La Procura di Treviso sta svolgendo al momento un’attività giudiziaria solo di tipo conoscitivo. I fascicoli sono stati aperti invece dalla Procura di Padova, per il primo furto addebitato al gruppo criminale, ad Abano (con ricostruzione ancora dubbia di una presunta sparatoria con i carabinieri), e da quella di Venezia. Qui il pm Stefano Ancillotto indaga per gli episodi di ‘resistenza a pubblica ufficiale’, cioè quelli nei quali i banditi dell’Audi sono sfuggiti alla cattura con manovre spericolate sul Passante di Mestre. Da chiarire resta il tragico episodio del tamponamento sul Passante, costato la vita di una donna. Questo anche se i tempi del passaggio in contromano dell’Audi in un sottopasso ed il successivo schianto mortale non sono sovrapponibili.

Michele Dalla Costa, procuratore della repubblica di Treviso, ha detto che trovare i tre banditi in fuga non sarà facile: “Sarà difficile trovare qualche reperto utile, e purtroppo, se fino a ieri avevamo qualche aggancio per individuare gli occupanti, oggi non c’è più neppure questo”.

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