Mcs, il caso di Adele Iavazzo approda sul Tg5

di Antonio Arduino

Aversa – “L’Indignato Speciale”, la rubrica del Tg5 diretta da Andrea Pamparana, è tornato ad Aversa per occuparsi di Adele Iavazzo, la trentaseienne affetta da sensibilità chimica multipla (mcs), che si è rivolta al Ministro della Salute per ottenere un aereo di Stato che possa trasportarla in sicurezza a Dallas nel Texas per raggiungere l’unico centro medico attualmente capace di curare la sua malattia.

Un appello in tal senso è stato fatto dal Codacons nel corso della trasmissione, aggiungendosi alla mobilitazione cittadina finalizzata a raccogliere il denaro necessario alle cure a cui la giovane donna dovrà sottoporsi nel centro medico statunitense.

Persino Angelo Spinillo, vescovo della diocesi di Aversa ha sostenuto la battaglia di Adele scrivendo al Ministro della Salute e a Papa Francesco. Ma, fino ad oggi, ogni intervento è stato vano dal momento che il ministero non riconosce la mcs come malattia, così non può aderire alla richiesta di Adele. Da qui la necessità di lanciare un sos dall’Indignato Speciale nella speranza che alla luce delle nuove conoscenze sulla mcs il Ministero cambi parere ed autorizzi il volo di Stato. .

“Ormai le evidenze cliniche, in particolare quelle documentate – dice Giuseppe Genovesi, massimo esperto italiano di Mcs, autore di una ricerca statistica nazionale indirizzata alla conoscenza della malattia-  permettono di affermare che nel 2010 in Italia vi erano 3 milioni e 200mila persone affette da questa patologia sia pure a diversi livelli di gravità. Un numero ovviamente cresciuto in questi cinque anni”. “In pratica – continua – il 5% della popolazione è malata di sensibilità chimica multipla che essendo prodotta dall’inquinamento ambientale è destinata a diventare la malattia del secolo, in particolare in un territorio come quello aversano che è definito da tempo terra dei fuochi per la grande quantità di rifiuti tossici sepolti nel sottosuolo”.

Dunque, quella di Adele è una malattia di cui si muore, pertanto il Ministero non può continuare ad ignorarne l’esistenza, perché Adele non sta combattendo una battaglia in cui è in gioco solo la sua esistenza ma è la portabandiera di un grande numero di ammalati italiani. Un numero destinato a crescere e che senza il riconoscimento ministeriale sarà condannato a morire da quello stesso Stato che ha inserito nella carta costituzionale la salute come un fondamentale diritto dell’individuo, un diritto da tutelare.

La speranza è che l’intervento dell’Indignato Speciale possa aprire gli occhi ed orecchie a chi ancora dimostra di non vedere e non sentire.

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