Rifiuti, arrestati sindaco nel Messinese e l’ex senatore Piccioni

di Redazione

Nell’ambito di una indagine diretta dalla Procura di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), i finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Messina hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip Maffa, per i reati di peculato e corruzione, nei confronti dell’attuale sindaco del Comune di Mazzarrà Sant’Andrea, Salvatore Bucolo, e di tre amministratori delegati pro-tempore della “Tirrenoambiente spa”, incaricata della gestione di una della più importanti discariche della Sicilia, Giuseppino Innocenti, Giuseppe Antonioli e Lorenzo Piccioni (quest’ultimo già senatore della Repubblica, eletto fino al 14 marzo 2013 nella XVI legislatura, membro della Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse). La misura cautelare nei confronti di Innocenti e bucolo prevede la detenzione in carcere, mentre Antonioli e Piccioni sono stati ristretti ai domiciliari.

Le strutturate investigazioni hanno consentito di far luce sui delicati rapporti tra la società a capitale misto pubblico-privato ed il Comune di Mazzarrà Sant’Andrea e si sono concentrate sulle modalità di riscossione e gestione nel corso di più anni della “tariffa per opere di mitigazione ambientale” (“equo indennizzo”), che viene pagata dai Comuni conferitori dei rifiuti e viene riscossa dalla Tirrenoambiente, che dovrebbe poi versarla entro trenta giorni al predetto ente pubblico.

Nel complesso è stato accertato che gli amministratori coinvolti hanno nel tempo omesso di trasferire tali somme al Comune di Mazzarrà, facendo permanere illegittimamente nella disponibilità societaria più di 2 milioni e 800mila euro, di cui circa un milione e 500mila oggetto di un indebito accordo transattivo con il Comune.

È stato, inoltre, acclarato che, a partire dal marzo 2007, la società ha illegittimamente rideterminato la tariffa per opere di mitigazione ambientale, riducendola di quasi il cinquanta per cento, mantenendo tale nuovo importo sino al novembre 2014, e causando così un danno patrimoniale al Comune di Mazzarrà Sant’Andrea di oltre dodici milioni e mezzo di euro, quali somme mai riscosse nei confronti degli altri Comuni conferitori.

Per il ruolo svolto in merito al mancato recupero degli importi dovuti al Comune di Mazzarrà e per il relativo accordo transattivo, l’attuale sindaco Bucolo, quale controprestazione per la commissione di atti contrari ai doveri del proprio ufficio, avrebbe ricevuto dagli amministratori pro-tempore della Tirrenoambiente somme di denaro in contanti pari a 33mila euro. Ciò mediante un abile sistema di tangenti che ha visto anche il raggiro da parte del primo cittadino dell’anziano parroco della Chiesa di Santa Maria delle Grazie. In particolare, è stato appurato che il sindaco induceva il prelato a firmare alcune richieste di contributi alla Tirrenoambiente per spese inerenti le feste patronali e le iniziative della parrocchia, che venivano poi accreditati sul conto corrente della stessa parrocchia. Bucolo poi provvedeva ad intascare personalmente tali somme.

Le indagini, realizzate anche mediante accertamenti bancari, attività tecniche, perquisizioni domiciliari e sequestri presso le abitazioni degli indagati ed il Comune di Mazzarrà Sant’Andrea, hanno pure permesso di individuare condotte degli amministratori della società mista che hanno elargito sponsorizzazioni e contributi ad associazioni sportive e culturali, anche al fine ottenere la connivenza dei soggetti pubblici che avrebbero dovuto vigilare sulla corretta gestione della Tirrenoambiente.

Significativo delle modalità di gestione anche il contributo di oltre 700mila euro erogato ad una piccola società sportiva dilettantistica di Borgo Vercelli in Piemonte, di cui è stato rappresentante legale Innocenti, ubicata a ben 1300 chilometri dal Comune siciliano.

Nel corso delle indagini i finanzieri hanno denunciato altre sei persone, tutti dipendenti pubblici o ex amministratori del Comune di Mazzarrà Sant’Andrea, per le ipotesi di abuso ed omissione di atti d’ufficio.

Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari personali, i militari delle Fiamme Gialle hanno eseguitoi provvedimenti di sequestro preventivo, anche nella forma “per equivalente”, disposti dal giudice per le indagini preliminari, delle disponibilità finanziarie e dei beni mobili ed immobili degli arrestati e di un quinto soggetto, Antonio Crisafulli, altro amministratore delegato pro tempore della Tirrenoambiente, anch’egli indagato per peculato e corruzione. Il valore complessivo di tali sequestri ammonta a 3 milioni e 483.572 euro.

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