Veneto, profughi gettano cibo per strada: sale la tensione

di Giuseppe Della Gatta

Venezia – In queste ore è stato molto criticato da diversi schieramenti politici l’atteggiamento di diversi gruppi di profughi, o presunti tali, che alloggiano nelle strutture messe a disposizione dai comuni del veneziano e del padovano.

Diversi extracomunitari ospitati nel nostro territorio presso centri e strutture alberghiere hanno inscenato in diversi comuni, come ad Este (Padova) e ad Eraclea (Venezia), un sit-in, bloccando in più punti il traffico cittadino e gettando sulla carreggiata centinaia porzioni di cibo offerte gratuitamente dai comuni e quindi dai contribuenti.

L’increscioso gesto da parte dei migranti vuol lamentare le precarie condizioni delle strutture dove sono alloggiati e della scarsa qualità del cibo messo a disposizione. Molti di loro hanno infatti affermato nel corso delle proteste che pretendono di avere “buon cibo e posti meno caldi dove dormire”.

Al momento delle proteste non meno è stata la rabbia degli automobilisti che nella mattinata hanno subito il disagio di arrivare tardi al lavoro. Sono poi giunti i carabinieri e le vetture della polizia municipale dei rispettivi comuni che hanno riportato la situazione sotto controlla.

Il caso è dunque diventato politico, scatenando l’ira di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale, la quale, attraverso la sua pagina Facebook, spiega: “Gli immigrati ospiti dei residence per protestare contro il cibo considerato, a loro dire ‘scadente’, hanno lanciato i vassoi in strada con le pietanze del pasto serale – incalza poi sostenendo che – a chi si lamenta e nel 90% dei casi non ha diritto all’asilo politico e alle ‘solidali’ cooperative che hanno trasformato l’immigrazione un business, ricordo che lo Stato italiano spende 30 euro al giorno per immigrato. – conclude poi il leader di FdI-An – Soldi che l’Italia non prevede invece per i suoi anziani, per i disoccupati, per le famiglie che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese e a mettere in tavola la cena”.

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