Via Seggio, la “rivoluzione della ramazza”

di Antonio Arduino

Aversa – Il Comitato per la Vivibilità di Aversa, partendo da via Seggio, ha dato avvio alla “rivoluzione della ramazza” annunciata su Facebook.

Una forma di protesta civile finalizzata a richiamare l’attenzione dell’amministrazione sull’assenza o, quanto meno, la scarsa presenza della società gestrice del servizio di igiene urbana nel centro storico, quella zona della città che più di altre potrebbe diventare punto di richiamo per il turismo d’arte ad Aversa per la presenza di edifici storici e complessi monumentali contenenti opere d’arte di enorme pregio.

Considerando che giovedì, all’auditorium “Caianiello”, ci sarà l’annunciato convegno sui problemi di igiene urbana partendo dal quello creato della cacca dei cani depositato nelle strade della città per il Comitato è importante dare u segno concreto della volontà dei cittadini di avere una Aversa pulita facendo fatti, non parole.

Da qui l’iniziativa che nella mattinata domenicale ha visto i residenti del Seggio armati di scope, palette, idropompe, mascherine, guanti impegnati nel ripulire anche solo il pezzetto di strada antistante la propria abitazione perché, come affermato dai promotori della “rivoluzione della ramazza” basta il piccolo gesto di ripulire anche solo la strada d’accesso alla propria abitazione per rendere Aversa pulita.

Naturalmente, se l’iniziativa venisse percepita e fatta propria da tanti aversani, allo stesso modo della ‘Bicilonga’ o della ‘Stranormanna’ che vedono la partecipazione di centinaia di cittadini la città brillerebbe come brilla oggi il sagrato della parrocchia di Sant’Antonio in piazzetta Lucarelli.

“Certo il servizio di igiene urbana, che non si deve limitare al prelievo dei rifiuti ma deve provvedere, ma non lo fa, anche alla pulizia di piazze, strade, cassonetti e a tanto altro ancora, è pagato profumatamente dagli aversani ma – dicono i responsabili del Comitato – se è carente un esempio, forse, potrebbe smuovere la coscienza degli addetti e spingerli a compiere per intero il proprio dovere”. E’ questo l’obiettivo della “rivoluzione della ramazza”.

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