Ragusa, arrestato trans brasiliano che gestiva case di prostituzione

di Redazione

Ragusa – La squadra mobile ha tratto in arresto Alfim Filho Gomes da Silva, alias “Guto”, transessuale brasiliano di 33 anni, domiciliato a Ragusa, per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione aggravato dalle minacce e violenze fisiche.

Durante uno dei controlli di questi ultimi mesi, gli agenti hanno identificato diverse prostitute e trans e con loro che sono un po’ vittime di altri ed un po’ vittime delle loro stesse scelte, si instaura un rapporto di fiducia.

Neanche una settimana fa negli uffici della Polizia si recava una di queste prostitute in lacrime che aveva bisogno di aiuto. Subito la donna veniva allocata in uno specifico centro per le vittime di tratta. Centri che sono nati grazie ad una specifica normativa per favorire la fuoriuscita dalle organizzazioni dedite allo sfruttamento degli esseri umani.

La donna, prostituta dominicana ultracinquantenne, grazie alla fiducia riposta nella Polizia di Stato ha presentato formale querela raccontando di essere stata contatta via Facebook da un sudamericano di nome “Guto” che le aveva proposto di venire a Ragusa dalla Spagna in quanto il giro d’affari era enorme e che lui l’avrebbe aiutata.

Appena arrivata all’aeroporto di Catania la vittima iniziava a capire subito che le cose non andavano per il verso giusto, considerato che doveva pagare per ogni cosa cifre spropositate. Solo per il viaggio da Catania a Ragusa è stata costretta a pagare 300 euro, poi quasi 100 euro al giorno per gli annunci sui siti on line specializzati in materia ed ancora 300 euro a settimana per una stanza di una delle case gestite dal trans brasiliano che oltre a prostituirsi favoriva e sfruttava le altre “colleghe/i”.

La vita della donna diventava un inferno e non riusciva neanche a poter mangiare perché tutto il denaro andava consegnato allo sfruttatore che le prometteva di aiutarla ma di contro la sfruttava prendendola in giro, considerato che la vittima non parlava neanche una parola d’italiano e non conosceva la città.

Disperata aveva anche contattato la polizia spagnola che le consigliava di rivolgersi subito a quella italiana cosa che poi ha fatto.

Dopo diverse settimane di sfruttamento la donna decideva di far presente al suo aguzzino che non poteva continuare così e che non le andava più bene e si sentiva presa in giro, pertanto il trans anziché capire che non poteva continuare a sfruttarla decideva di chiederle un affitto ed il 50% dell’incasso giornaliero.

La cosa più grave emergeva proprio durante la lite, lo sfruttatore diventava violento e bloccava per le braccia la donna minacciandola di farla arrestare e che lei aveva amicizie influenti(questo dato ricorre quasi sempre tra gli sfruttatori, approfittano dello stato di ignoranza delle prostitute che spesso non comprendono la lingua italiana e la legislazione del nostro paese, convincendosi che le minacce sono potenzialmente veritiere). Anche in questo caso la donna non riusciva più a continuare a vivere in questo modo e denunciava tutto un sabato sera di neanche 10 giorni fa.

Le prove video non lasciano dubbi, “Guto” ogni qualvolta la vittima consumava un rapporto sessuale che lui stesso aveva organizzato, passava dalle abitazioni in suo possesso per prelevare il denaro.

Oltre ai video anche le registrazioni audio documentano come la donna chiedeva, quasi implorandolo di lasciarle più denaro e lui, scusandosi, prendeva la metà del guadagno e poi via.

A volte neanche dava il tempo alla vittima di rivestirsi perché saliva nella camera da letto sita al primo piano per prendere il denaro e andar via non appena il cliente chiudeva la porta.

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