Casapesenna. E trascorso quasi un secolo da quel lontano 4 novembre del 1918, ma non bastano cento anni per annullare il dolore per le tante vite umane strappate agli affetti dei loro cari, dallassurdità della guerra.
Con queste parole il sindaco Marcello De Rosa ha salutato i ragazzi delle scuole di Casapesenna accorsi numerosi in occasione della commemorazione dei caduti in guerra. Un lungo corteo ha preso il via dalla casa comunale, i bambini con in mano un palloncino di colore verde, rosso e bianco a formare il tricolore della speranza, quella speranza di non assistere mai più allatrocità della guerra. La banda musicale ha fatto da cornice allevento rievocando con i classici brani patriottici le gesta dei nostri antenati fino allarrivo al monumento dei caduti in piazza Petrillo dove è stata posta la corona di fiori.
Di fronte a circa 500 persone, il primo cittadino ha voluto lasciare un messaggio speciale agli studenti, ai più piccoli, ai depositari della storia della nostra nazione quel dolore, quelle tragedie rappresentano un patrimonio per ciascuno di noi, affinché nella vita di ogni giorno e nella vita delle istituzioni, si possano preservare e rinvigorire lidea di libertà e democrazia, concetti questi che vanno difesi anche attraverso la conoscenza della storia della patria e mediante lonore che va tributato alla memoria agli eroi dellItalia repubblicana.
Libertà e democrazia le parole chiave ribadite con vigore dal sindaco, che ha rimarcato come la libertà è essenzialmente rispetto degli altri, delle regole e del proprio territorio, considerare questo principio non come un bene acquisito per sempre bensì una conquista che si consolida ogni giorno, nelle nostre famiglie, sui luoghi di lavoro, nelle scuole, nei luoghi della politica, ovunque si costruisce amore per la vita.
Il passato è fonte di insegnamento, ci invita a riflettere sul vero senso della vita e del sacrificio – ha continuato il sindaco De Rosa – per sentirci più responsabili del destino di Casapesenna, di questa nostra Italia, del mondo intero. A noi, uomini, donne e giovani del nostro tempo, la responsabilità di costruire un mondo di pace, di legalità, attraverso la pratica quotidiana con azioni anche piccole, ma concrete.