Maltempo: muore una donna nel trentino, a Parma straripa il Baganza

di Redazione

 Trieste. L’ondata di maltempo che sta colpendo lo stivale, ha praticamente messo in ginocchio strutture pubbliche e proprietà private, causando una paralisi totale della viabilità. Muggia, in provincia di Trieste, piange la morte di Loretta Querel, 73enne.

La sua abitazione è stata travolta da una frana ed il suo corpo è stato estratto dalle macerie dai Vigili del fuoco di Trieste. L’anziana viveva con il suo cane, sopravvissuto al cedimento. Il vento di scirocco ha causato l’affondamento di due barche. Il nubifragio è cominciato alle 3 del mattino ed è stato fondamentale l’aiuto offerto dalla protezione civile comunale. Non sorride l’Emilia. Il fango si è impossessato della città di Parma, gli alberi sono crollati e l’acqua è arrivata nei piani bassi delle abitazioni; inoltre il Ponte della Navetta è stato devastato dalle acque e il traffico ha avuto origine a causa della chiusura degli altri ponti.

Il torrente Baganza, con la sua esondazione, ha creato non pochi problemi ai cittadini, come espresso dal sindaco Federico Pizzarotti su Facebook: “La situazione è peggiore del previsto, a causa del molto fango. Oggi ne esce una città ferita e debole. Ci sono ancora molti disagi e alcune zone sono ancora sott’acqua. Tanti hanno avuto danni ed allagamenti. Chi può eviti di mettersi in macchina e diamo tutti una mano a chi conosciamo”.Le scuole resteranno chiuse anche nella giornata di domani e sale la preoccupazione dato l’aumento di 200/300 millimetri di pioggia in sole 10 ore.

Cresce il numero di morti constatati a causa del maltempo: in Toscana, precisamente nella Maremma, due sorelle originarie del paesino di Manciano, età 65 e 69 anni, hanno perso la vita per l’azione del fosso Sgrilla, noto affluente dell’Elsa presente nella località Sgrillozzo. Grande la disperazione del sindaco di Manciano, Marco Galli: “Ci avevano comunicato una allerta meteo moderata, da 40-80 mm al massimo, e che sarebbe finita intorno alle 18. Invece la pioggia ha continuato e si è abbattuta con maggiore violenza”.

Attualmente nel territorio regionale si stanno adoperando elicotteri provvisti di sistemi di illuminazione concessi dall’aeronautica militare. Organizzazione massima del Comune di Ortobello, che ha fatto pervenire ai suoi cittadini, via sms, un messaggio in cui, esplicitamente, richiede, a scopo precauzionale, lo spostamento volontario nei piani alti delle abitazioni. Inoltre, sono state evacuate diverse zone ritenute a rischio come Polverosa, Aunti, Alberone e Priorato. 9 persone sono state colpite da ipotermia. Situazione critica anche nell’alessandrino, dove diversi paesi sono stati isolati. Nicoletta Albano, sindaco di Gavi, non nasconde la sua preoccupazione: “Non c’è una strada che non sia coperta di fango. Le fognature sono saltate e due frazioni sono ancora isolate”.

Sergio Chiamparino, Presidente della Regione piemontese, ha dichiarato che lo stato di emergenza sarà chiesto al Governo dato che, se solo prende in considerazione la Provincia di Alessandria, i danni superano i 50 milioni di euro. Intanto a Genova è cessata l’allerta 2 e la Procura sta lavorando sui dettagli di amplificazione del fascicolo d’indagine legato alla morte dell’ex infermiere, unica vittima dell’alluvione. L’ipotesi è quella di disastro colposo. Questa mattina a Padova, all’interno dell’Istituto artistico Selvatico è praticamente crollato un pezzo di controsoffittatura, causando non poca preoccupazione tra gli alunni e dirigenti.

Le accuse della coordinatrice Beatrice di Padua sono chiare: “A Padova c’è un’emergenza non più ignorabile. E non possiamo più tollerare la poca sicurezza degli edifici scolastici in cui gli studenti sono costretti ad stare ogni giorno. Sia Provincia che Regione nascondono ancora la mancata volontà di sistemare le scuole dietro la scusa del patto di stabilità e i famosi fondi stanziati dal Governo Renzi non sono affatto sufficienti e la concretezza delle innumerevoli parole del presidente del consiglio, noi non l’abbiamo ancora vista. Non possiamo più aspettare, non ce lo possiamo permettere”.

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