Marco D’Amore respinge le polemiche: “Gomorra non parla male di Napoli”

di Antonio Taglialatela

 Marco D’Amore, il “Ciro l’Immortale” della serie Gomorra, è stato ospite, il 2 ottobre, all’Università di Salerno, nell’ambito del ciclo di appuntamenti di Davimedia.

Agli studenti ha raccontato gioie e dolori della sua vita artistica, non nascondendo il desiderio di riprendere un giorno gli studi universitari interrotti quando fu ingaggiato dalla compagnia di Toni Servillo. Non solo Gomorra però: Marco è nelle sale, in questi giorni, con il film “Perez”, accanto a Luca Zingaretti. Un’opera, diretta da Edoardo De Angelis, tra le protagoniste dell’ultima Mostra del Cinema di Venezia.

Ai nostri microfoni D’Amore torna sulle polemiche che ruotano attorno alla serie Gomorra e all’immagine negativa che avrebbe dato di Napoli: “E’ accettata in 72 paesi come una eccellenza italiana. Eccellenza frutto del lavoro di 200 attori campani. Quindi, i nostri amministratori dovrebbero ringraziarci e pensare ad agevolare gli artisti che vogliono lavorare a Napoli e che invece sono costretti ad andare via”.

“Gomorra – sottolinea D’Amore – non parla male di Napoli ma delle associazioni criminali che sono un cancro esteso in tutto il mondo. E’ un prodotto artistico che non può cambiare il mondo, a quello ci devono pensare gli amministratori pubblici. Noi siamo attori, ci caliamo nei panni di personaggi, raccontiamo storie per far riflettere ed emozionare. E Gomorra ci riesce bene”.

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