Isis decapita un altro ostaggio inglese. Cameron: “Barbarie”

di Redazione

 Un’altra brutale esecuzione nei confronti di un ostaggio occidentale. E’ Alan Henning l’ultima vittima dello Stato islamico, tassista britannico di Manchester, 47 anni, padre di due figli, andato in Siria in missione umanitaria e rapito nel dicembre 2013.

Solo qualche giorno fa la moglie aveva supplicato i suoi rapitori di risparmiarlo, ma venerdì un nuovo video ha annunciato la sua morte.

Tuona contro i terroristi dell’Isis il premier britannico DavidCameron. Il “brutale omicidio” di Henning “mostra quanto sono barbari e ributtanti questi terroristi. Faremo tutto il possibile per stanare questi assassini e portarli davanti alla giustizia”. Dello stesso tono la condanna del presidente degli Stati Uniti Obama, del presidente francese Hollande e di una dichiarazione congiunta dei membri del Consiglio di Sicurezza dell’Onu.

La decapitazione di Henning segue quelle degli americani James Foley e Steven Sotloff, del britannico David Haines e del francese Hervè Gourdel ucciso in Algeria da un gruppo che si è detto affiliato allo Stato islamico.

Ma il pensiero va anche agli altri ostaggi nelle mani dei terrorisisti. Trema il Regno Unito, perché nelle mani dell’Isis c’è un altro britannico, John Cantlie. Il padre 81enne, malato, sofferente, dal letto di ospedale, ha rivolto venerdì un’altra straziante supplica ai jihadisti.

Trema anche la Casa Bianca, perché nel video si minaccia un altro uomo identificato come americano, sarebbe l’operatore umanitario Peter Kassig, in Medioriente dopo un periodo in Iraq con i Rangers dell’esercito Usa.

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