Sportello antiviolenza, tra capricci e presunti nepotismi

di Nicola Rosselli

 Aversa. Contrastare la violenza sulle donne ad Aversa sembra essere diventato un terreno minato, tra presunti nepotismi, concorrenza tra associazioni e istituzioni presenti in comunicati quali sottoscrittori di protocolli d’intesa che non hanno mai firmato.

Nella città normannasi riesce a offuscare anche quella che dovrebbe essere un’attività solare. All’inizio fu amore con “Voci di donne”, un’associazione casertana che aveva un’anima aversana nella dottoressa Francesca Petrella, che si era tanto immolata per la causa, ben operando nell’attività deputata.

Poi il feeling si rompe e “Voci di donne” viene cacciata se non in malo modo, senza un perché, senza una motivazione specifica o quanto meno valida. Intanto, con tanto di conferenza stampa, viene annunziato un protocollo d’intesa “sottoscritto – leggiamo in un comunicato – dal sindaco di Aversa con il presidente del Tribunale Napoli Nord, il Dipartimento Dicdea della Seconda università degli studi di Napoli (da quanto ci risulta l’Ateneo, almeno al quella data non aveva firmato un bel niente, ndr), il Comitato Unicef Caserta e l’associazione di volontariato “Noemi”. Ed ecco che in quest’ultima (che non fa, comunque, riferimento alla Noemi di berlusconiana memoria) si rivede nuovamente come volontaria la dottoressa Petrella. Una presenza che fa onore alla dottoressa che, evidentemente, dovrà sentire come una missione l’attività di contrasto della violenza sulle donne e il necessario aiuto psicologico. Quello che colpisce è che cambia tanto per cambiare nulla, almeno all’apparenza. Infatti, a cambiare è l’etichetta, da “Voci di donne” a “Noemi”, ma l’operatrice, da quanto risulta non cambia: è sempre Petrella.

Ma qualche giorno prima aveva fatto capolino sulla scena, affermando di voler porre in essere una simile azione meritoria, anche l’associazione “Non sei Sola” che, non abbiamo capito perché, è stata costretta a puntualizzare che: “Per fortuna l’assistenza alle persone vittime della violenza di genere non avviene in regime di monopolio per cui la nostra associazione in modo del tutto autonomo e indipendente ha deciso di attivare un centro d’ascolto e supporto di chi si trova a vivere in queste condizioni di disagio”.

Insomma, una sorta di “ong”, ossia associazione non istituzionale che, però, da quanto apprendiamo ha un appoggio importante, visto che lo sportello di ascolto è ospitato nella chiesa dell’Addolarata. L’associazione “Non sei sola”, nata ad Aversa su iniziativa di un gruppo di volontari, tiene a precisare anche che non ha siglato alcuna intesa con l’amministrazione. “Da parte nostra – precisano dall’associazione – non abbiamo mai parlato di rapporto con l’amministrazione comunale. Al Comune abbiamo protocollato una richiesta con cui chiedevamo una struttura pubblica per poter presentare alla stampa e alla cittadinanza lo ‘Sportello contro la violenza di genere’ che sarà attivato nella città di Aversa dal nostro sodalizio”.

Due sportelli, dunque. Ben vengano, sperando che sopravvivano entrambi e quello “comunale” non venga cancellato per l’ennesimo capriccio.

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