Marcianise. Ricorre oggi il decimo anniversario dellistituzione della Giornata del Ricordo, al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dellesodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.
Dal latino fovea (fossa, cava), le foibe rappresentano le cavità carsiche che, attraverso un processo di lenta erosione, sono scavate dai fiumi nelle viscere della terra, nel corso dei millenni. Fu in quelle fosse che furono buttati migliaia di italiani da parte delle truppe di Tito, la maggior parte di loro erano ancora vivi.
E doveroso ha spiegato il sindaco Antonio De Angelis tramandare ai nostri giovani il patrimonio di testimonianze sui massacri delle foibe affinché essi comprendano lorrore a cui può condurre lodio razziale, cogliendo per converso il valore insito nella diversità, quale ricchezza da tutelare. Auspico che le scuole del territorio, anche attraverso la collaborazione con il Comune, promuovano iniziative per la commemorazione delle vittime di questo genocidio e per lapprofondimento di una delle pagine più buie della nostra storia.
Con questa legge afferma lassessore Anna Arecchia è stata finalmente resa giustizia alle migliaia di nostri concittadini, della cui tragedia, per oltre mezzo secolo, i libri di storia non hanno parlato. E se, ancora una volta, corre il dovere morale di rievocare una triste pagina della nostra storia, sia questo ricordo fonte di approfondimento nelle scuole, affinché i nostri giovani alunni imparino a stigmatizzare la violenza ed evitino che eccidi tanto efferati possano cadere nelloblio. In qualità di docente, prima che di amministratore della nostra città, invito i dirigenti scolastici ad inserire nei viaggi di istruzione la visita alle foibe, quale momento fondamentale per leducazione e la formazione dei nostri studenti. Insieme al sindaco De Angelis, mi impegnerò affinché sarà reso possibile intitolare qualche strada di Marcianise alle vittime innocenti di tale genocidio, per mantenerne vivo il ricordo e permetterne la commemorazione.