La giunta campana dell’Anm al Tribunale di Aversa

di Livia Fattore

 Aversa. L’appuntamento della giunta regionale dell’Anm, in visita di accesso al Tribunale di Aversa, è tra un mese sempre al Castello Aragonese per verificare quanto sarà fatto in questo scorcio di tempo per dotare la nuova struttura giudiziaria soprattutto di personale, sia amministrativo che giudiziario.

Ieri mattina ad Aversa, guidati dalla presidente della giunta regionale dell’Anm, Sica, i magistrati hanno incontrato i massimi vertici giudiziari della Corte d’Appello di Napoli. Oltre al presidente di quest’ultima Buonanno, presenti il procuratore generale Martusciello, il presidente del tribunale di Aversa Beatrice, il procuratore capo D’Emmanuele, il presidente della sezione collegiale Picardi, il procuratore Ricci, il dirigente dell’Unep, i presidenti dei consigli forensi di Napoli Caia e Santa Maria Capua Vetere Diana, oltre a tantissimi altri magistrati tra cui quelli della Dda di Napoli Ardituro e D’Amato, il rappresentante del comitato forense per la costituzione del tribunale di Napoli Nord ad Aversa Quarto.

A lanciare un grido di allarme con numeri alla mano il procuratore D’Emmanuele che ha evidenziato come le iscrizioni di notizie di reati solo contro soggetti noti siano state ben 1600 nel solo mese di gennaio. Da parte sua, il presidente Buonaiuto ha ribadito l’arrivo ad Aversa di 27 amministrativi entro questo mese. Una decisione che, però, secondo alcuni dei presenti, avrà ricadute negative su Napoli. Più che critici gli interventi dei due presidenti degli ordini Caia e Diana. Il primo ha evidenziato la necessità di trovare i colpevoli, i responsabili di quello che, a suo avviso, è uno sfacelo annunziato. A sparare a zero anche il secondo che ha chiesto la testa di quei politici che hanno voluto questa situazione. Alla fine, anche in considerazione delle criticità del territorio, l’Anm ha deciso di continuare il monitoraggio per la struttura aversana e darsi appuntamento tra un mese.

Intanto, si deve registrare l’intervento del sindaco di Aversa in relazione all’altra istituzione ospitata nel Castello Aragonese: la scuola di Polizia Penitenziaria che, ha detto Sagliocco: «non si tocca. Voglio tranquillizzare tutti coloro che sono preoccupati per le vicende della Scuola che, ripeto, è e resta ad Aversa, non si muove dalla sua sede del Castello Aragonese». Per il primo cittadino si tratta di un dato che è stato messo in chiaro sin dal primo momento, nelle fasi costitutive del Tribunale e che viene ribadito anche oggi.

«La struttura che ospita attualmente la Scuola di Formazione e Aggiornamento della Polizia Penitenziaria – ha continuato il sindaco – è un polo formativo di grande prestigio ed importanza stante il suo asservimento ad un bacino di utenza molto ampio, ospitando allievi poliziotti di gran parte del centro sud e resta ad Aversa. Basti pensare che quando i tecnici del Ministero hanno visionato la struttura del Castello Aragonese sin da subito hanno individuato la parte che resta riservata alla Scuola di Polizia Penitenziaria che non andrà via dalla nostra Città».

Quando, la scorsa estate, sono stati sottoscritti protocolli d’intesa con il Ministero per la costituzione del Tribunale di Napoli Nord ad Aversa è stata prevista, come si ricorderà, la perfetta compatibilità tra il Tribunale e la Scuola. In questo senso conclude Sagliocco: «Giammai abbiamo pensato che l’allocazione del Tribunale di Napoli Nord ad Aversa dovesse essere realizzata a danno della Scuola considerando anche che a supporto del tribunale abbiamo fornito altri siti quali. Infatti abbiamo concordato con il Ministero che a supporto del Tribunale possano essere valorizzati l’ex complesso di San Domenico e il capannone in piazza Giovanni XXIII, dove sorgeranno oltre l’archivio anche degli uffici. Inoltre va valutato anche l’utilizzo del complesso della Maddalena. Chiaramente tutta questa operazione si quantifica anche dal punto di vista delle risorse: uno straordinario investimento fatto dalla Città Aversa ed una scommessa fatta che si dimostrerà vantaggiosa non solo per indotto ma anche per gli impegni che vedevano il Comune esposto annualmente per diversi importi».

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