Confindustria: “La recessione e’ finita ma i danni sono da Dopoguerra”

di Redazione

 Roma. “La profonda recessione, la seconda in 6 anni, è finita. I suoi effetti no”, avverte il centro studi di Confindustria. Parlare di ripresa è “per molti versi improprio”; suona “derisorio”.

Il “Paese ha subito un grave arretramento ed è diventato più fragile, anche sul fronte sociale”. E i danni, avverte l’ufficio studi degli industriali, “sono commisurabili solo con quelli di una guerra”. “Una occasione mancata” viene definita nel rapporto sugli scenari economici la Legge di Stabilità all’esame del Parlamento.

Secondo le quantificazioni del governo, “comporterebbe un peggioramento dell’indebitamento netto nel 2014 per circa 2,6 miliardi, un miglioramento nel 2015 di 3,5 miliardi e nel 2016 di 7,3” “Complessivamente si tratta di intervento modesto sul 2014 che ritocca marginalmente il deficit: in termini di Pil si tratta di qualche decimale (0,2%). E “per il 2015 e 2016 la correzione del disavanzo coincide sostanzialmente con le dimensioni delle clausole di salvaguardia”.

“L’intervento principale proposto è quello sul cuneo fiscale – rilevano ancora gli economisti di via dell’Astronomia – ma le risorse stanziate non sono in grado di incidere significativamente”. Le persone a cui manca il lavoro, totalmente o parzialmente, sono 7,3 milioni, due volte la cifra di sei anni fa: anche i poveri sono raddoppiati a 4,8 milioni, si legge nel rapporto.

“Le famiglie hanno tagliato sette settimane di consumi, ossia 5.037 euro in media all’anno”. Il tasso di disoccupazione resta stabile oltre il 12% nei prossimi due anni. Il Pil è crollato del 9,1% dal 2007 e quello pro-capite dell’ 11,5%, cioè di 2.900 euro a testa, tornando ai livelli del 1996 e resterà negativo nel 2013 a -1,8%. La (lieve) ripresa si vedrà nel 2014 (+0,7% ) mentre nel 2015 la crescita attesa è dell’1,2% .

Le stime precedenti davano per il 2013 un andamento negativo dell’ 1,6%. Il Paese ha eroso oltre 200 miliardi di reddito dal 2007. Ma”riforme incisive”, scrive il Centro Studi, possono mettere in moto un recupero. Una delle condizioni sarà naturalmente il calo della pressione fiscale che è attesa in marginale diminuzione al 43,9% nel 2014 dopo il record al 44,3% di Pil quest’anno.

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