Camorra e politica, l’ex sindaco Nuzzo va a giudizio

di Redazione

 CASTELVOLTURNO. Trentasette persone, tra cui l’ex sindaco di Castelvolturno, Francesco Nuzzo, esponenti della camorra e altri amministratori dovranno comparire davanti al gup Marina Cimma del tribunale di Napoli per la richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla Procura antimafia di Napoli nell’ambito di un’inchiesta su colletti bianchi e camorristi.

Secondo l’accusa c’era un patto stretto con il clan dei Casalesi da molti politici che hanno amministrato il comune castellano dagli anni ’80 in poi, con appalti in cambio di appoggi elettorali. Oltre all’ex sindaco (che è anche stato magistrato a Brescia) e promotore di molte iniziative anticamorra e pro-legalità, la Dda colpì diversi altri amministratori.

Per l’udienza del 24 gennaio, compariranno sia gli amministratori che gli esponenti camorristici dell’ala bidognettiana dei casalesi come il superkiller Giuseppe Setola, Davide Granato e Tammaro Diana. Indagati per associazione camorristica diversi politici per i quali la Procura aveva chiesto l’arresto.

Rigettato però per l’ex sindaco Nuzzo, che dopo quattro gradi di giudizio (impugnazioni della Procura al Riesame e alla Cassazione) ha avuto la conferma del rigetto del gip. Tra i reati che gli vengono contestati c’è la concussione, anche sessuale (promessa di lavoro a una romena) e anche gioco d’azzardo, nel quale si sarebbe impegnato il primo cittadino insieme a soggetti dubbi. Indagati anche l’ex sindaco Antonio Scalzone, e l’ex sindaco e poi vicesindaco Lorenzo Marcello.

Per alcuni reati non di competenza della Dda, come la concussione sessuale, sarà invece la magistratura del tribunale di Santa Maria Capua Vetere a procedere (ci sarebbe già una richiesta di archiviazione per Nuzzo che deve però essere confermata dal gip).

Il gip sottolinea poi come “Nuzzo ritenga di essere del tutto legibus solutus, avvezzo ad accordi con clan camorristici e al compimento di illegittimità amministrative”. L’ex boss boss Luigi Guida, pentito, svela invece retroscena sugli appalti per la nettezza urbana promessi al clan.

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