È morto a Roma l’ex ufficiale delle SS Priebke

di Mena Grimaldi
 ROMA. “Non posso
dire che piangerò. È morto un assassino che ha ucciso più persone di un serial
killer, che non si è mai pentito di quello che ha fatto e che peraltro ha
vissuto una vita lunghissima in parte anche felice”.

Così il presidente dell’Anpi
Roma Francesco Polcaro, commenta la
morte di Erich Priebke, avvenuta a
Roma, capitano delle SS in Italia durante la seconda guerra mondiale.

Priebke,
100 anni compiuti a luglio, era stato condannato all’ergastolo per aver
partecipato sia alla pianificazione, sia alla realizzazione dell’eccidio delle
Fosse Ardeatine durante il quale, nel 1944, vennero fucilati 335 civili
italiani a Roma come rappresaglia per un attacco partigiano che aveva provocato
la morte di 33 militari tedeschi.

Erich Priebke nacque aHennigsdorf,in
Germania, il 29 luglio 1913. A 20 anni aderì al partito nazionalsocialista
tedesco.

Dopo la fine della guerra fuggì da un campo di prigionia vicino a
Rimini e si rifugiò in Argentina. Fu estradato in Italia nel 1995 e nel 1998 fu
condannato all’ergastolo, tramutato in domiciliari vista l’età avanzata (aveva
già 85 anni). Nel 2009 ha ottenuto il permesso di lasciare la sua casa.

Nell’occasione
del 100esimo compleanno a Roma c’erano statemanifestazioni di protesta. “Esistono
delle certezze nella religione. Quelli delle Fosse Ardeatine sono degli angeli
e si occuperanno di lui per l’eternità. Priebke farà i conti con loro
nell’altro mondo”. Così il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici sulla morte di Erich
Priebke.

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