Leopolda, Renzi: “Parliamo di futuro, non di Berlusconi”

di Redazione

Matteo Renzi FIRENZE. “Qui si parla di futuro per questo non abbiamo parlato di Berlusconi”. Così Matteo Renzi ha chiuso la sua tre giorni alla Leopolda di Firenze e ha lanciato un patto in quattro punti: enti locali, giustizia, lavoro ed Europa.

Un intervento fiume quello del sindaco di Firenze che ha affrontato anche il tema delle riforme istituzionali (bicameralismo, titolo V della Costituzione) e quello della legge elettorale. Poi, ha lanciato un chiaro messaggio ai compagni di partito: “Il Pd non è credibile se è un insieme di correnti”, così “non si vince” ha aggiunto il candidato alle primarie per la segreteria del Partito democratico.

“Se vinceremo le primarie saremo i custodi del superamento del bicameralismo perfetto: via il Senato, anziché mille parlamentari ne avremo la metà” ha detto Renzi, elencando tra le riforme da fare anche l’abolizione delle Province e quella della legge elettorale. Il modello, ha ribadito Renzi, “è la legge elettorale dei sindaci”. Con la nuova legge per Renzi, “alla fine del foto sai chi ha vinto, chi vince deve avere i numeri per governare, e chi governa per 5 anni è responsabile”. “Mai più larghe intese e giochini sulle spalle degli italiani” ha detto ancora.

“Questo è un paese fondato sul lavoro, ma che campa di rendita, oggi chi fa l’imprenditore, chi crea un posto di lavoro è un eroe – ha affermato dal palco della Leopolda – credo che sia qualcosa di sinistra se c’è un posto di lavoro in più e non uno in meno”. “Mi accusano: ‘Non sei di sinistra perché non parli di lavoro’ – ha continuato – No, non sei di sinistra perché non crei lavoro”. Renzi ha sottolineato anche la necessità di una riforma della giustizia: “La riforma della giustizia ce la chiedono anche tantissimi magistrati che si impegnano, lavorano, rischiano la vita. Basta con il dibattito sulla riforma ad personam”.

Sull’emergenza immigrazione, il sindaco di Firenze si è rivolto all’Unione europea. “Non posso vedere più gli appelli dell’Europarlamento contro la Bossi-Fini – ha detto – l’Europa non può fare appelli, mandi le navi insieme a noi a pattugliare il Mediterraneo e si faccia carico dell’emergenza sociale”.

Nell’intervento del candidato alle primarie del Pd spazio anche al tema della scuola: La scuola è il luogo dal quale possiamo ripartire, per far crescere Pil bisogna partire da asili nido”.

Le parole di Renzi sono arrivate dopo l’intervento del ministro degli Affari regionali, Graziano Delrio, che, nel parlare a margine con i giornalisti ha fatto il suo endorsment al sindaco di Firenze. “C’è una comunanza di idee e di approccio alla politica e alla società: per questo l’ho sempre sostenuto e continuerò a sostenerlo finché rimane così. Se cambia, no” ha detto Delrio. “Il partito di Matteo – ha aggiunto – non è il partito di un uomo solo al comando ma è un partito che rappresenta con un uomo al comando le speranze di tutti”.

“Il Pd dopo le primarie sarà di nuovo un partito unito – ha inoltre assicurato Delrio – Mi stupirei se dopo le primarie ci fossero divisioni”. “Non mi pare – ha continuato il ministro – che Matteo dopo aver perso le primarie, abbia rinunciato a dare il suo contributo a Bersani. Mi aspetto lo stesso da tutti quelli che perderanno la volta prossima. E’ normale che sia così; noi siamo un partito serio, spero”.

Alla kermesse rimbalzano poi le voci di una possibile candidatura di Marina Berlusconi da parte del Pdl alle prossime elezioni. “Se ci sarà una candidatura Marina Berlusconi la discuteremo, per ora mi sembra una candidatura sui giornali. Noi abbiamo Renzi…”, ha detto Paolo Gentiloni, parlando con i giornalisti al suo ingresso alla Leopolda.

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