Consiglio, scontro Cesaro-Lettieri tra “pagliacciate” e “veli pietosi”

di Antonio Taglialatela

 GRICIGNANO.E’ scontro aperto tra il presidente del Consiglio comunale, Salvatore Cesaro, e il consigliere di opposizione Vittorio Lettieri.

A quest’ultimo, durante la seduta del Consiglio dello scorso 30 settembre, è stato impedito di intervenire in virtù del regolamento richiamato da Cesaro.

POVERA TERRA MIA VANGHIAT PA’ LUN”. All’indomani dell’episodio, culminato con l’abbandono dell’aula di Lettieri, è stato pubblicato un manifesto dell’opposizione, dal suggestivo titolo: “Povera terra mia vanghiat pa’ lun”, in cui Cesaro veniva dipinto come un “dittatore” che “impediva al consigliere Lettieri di poter intervenire nella discussione dell’argomento posto all’ordine del giorno” e che “in un momento di esaltazione, inventandosi un articolo del regolamento del Consiglio comunale (articolo inesistente), affermava che l’unico a non poter intervenire anche per il futuro in Consiglio era il consigliere Lettieri” poiché “gli unici a poter fare interventi, a suo avviso, sono esclusivamente i capigruppo consiliari, annullando di fatto il ruolo del consigliere comunale e riducendolo, sempre secondo costui, al ruolo di una ‘bella statuina’ che deve limitarsi ad alzare la mano ad ogni votazione cosi come da un anno a questa parte hanno fatto diversi consiglieri di maggioranza”. Constatando che “i componenti della maggioranza, hanno assecondato l’arrogante atteggiamento del presidente”, nel manifesto l’opposizione lanciava l’affondo: “Il presidente del Consiglio non è all’altezza del ruolo che ricopre, pertanto il sindaco riporti i lavori del Consiglio nei giusti canoni democratici del confronto politico”. E, infine, la minoranza richiamava l’articolo 71, comma 1, del regolamento consiliare: “Terminata l’illustrazione di un argomento da parte del relatore, il Presidente dà, nell’ordine, la parola a coloro che hanno chiesto d’intervenire, disponendo, per quanto possibile, che si alternino consiglieri che appartengono a gruppi diversi. E’ tuttavia consentito lo scambio di turno fra i consiglieri. Gli interventi non possono superare i 15 minuti. Solo eccezionalmente, per argomenti di particolare interesse e su richiesta di almeno due capigruppo, si può derogare a tale disposizione”.

“PAGLIACCIATE”. “Pagliacciate di basso stile”, era la replica, a stretto giro, del presidente Cesaro che, proprio in merito all’articolo 71, chiariva: “L’articolo recita che ‘nella trattazione dello stesso argomento ciascun consigliere capogruppo o il consigliere dallo stesso incaricato di intervenire per il gruppo può parlare per due volte, la prima per non più di dieci minuti e la seconda per non più di cinque. Il successivo comma 5, poi, recita: ‘Gli altri consiglieri possono intervenire nella stessa discussione una volta, per non più di cinque minuti ciascuno’. Detto questo pare che la decisione di non far parlare il consigliere Lettieri sia il frutto di un’interpretazione letterale e logica del regolamento del Consiglio comunale e non una mera allucinazione politica”. Per Cesaro “se il consigliere Lettieri ci teneva tanto ad intervenire, e se il suo reale scopo era quello di dare il proprio legittimo contributo alla discussione, poteva farsi delegare a parlare per il gruppo, ‘Giovani per Gricignano’, dal capogruppo Santagata richiamando all’attenzione del presidente il citato comma 4 ed esercitando così il suo giusto diritto di intervento”. “Evidentemente – incalzava Cesaro – in quel momento, il consigliere Lettieri era preso da altro o forse in quel momento non aveva piena cognizione del regolamento o forse era preso da qualche allucinazione dovuta alla mancata possibilità di poter esternare la sua indole di protagonista. Avendo, quindi, inserito all’ordine del giorno un solo argomento, non vi era necessità di far intervenire due consiglieri di opposizione appartenenti al medesimo gruppo consiliare”.

“STENDIAMO UN VELO PIETOSO”. Ma a Lettieri non è andata giù la replicaed è tornato ad attaccare Cesaro: “E’ chiaro a tutti che il presidente del Consiglio, nella pseudo risposta al nostro manifesto, cerca inutilmente di arrampicarsi sugli specchi, citando articoli e commi del regolamento del consiglio comunale che di certo non supportano la sua tesi. Basta leggere, anche con una certa semplicità, tali commi dai quali si evince chiaramente la possibilità per ogni consigliere comunale di intervenire nella discussione su argomenti posti all’ordine del giorno. Volendo però, utopisticamente, assecondare il presidente nella sua interpretazione del regolamento (che parla chiaro!) è assurdo che costui dimentichi che una volta eletti, i consiglieri comunali rappresentano i cittadini, rendendosi tra le altre cose portavoce delle istanze degli stessi, quindi quando il ‘presidente’ si arreca il lusso di imbavagliare un consigliere comunale è come se stesse zittendo i cittadini. Il presidente inoltre nella sua risposta (se così si può definire) asserisce che ha vietato al sottoscritto di intervenire perché riteneva inutile il contributo alla discussione senza sapere le motivazioni dell’intervento. Eppure, ci era sfuggito che questi riuscisse a leggere nelle sfere di cristallo e prevedere il futuro”.

E sulle “pagliacciate” a cui Cesaro fa riferimento, Lettieri ricorda “che non viviamo a New York, bensì a Gricignano, e tutti ci conosciamo. E come se siamo conosciuti! I cittadini sanno riconoscere molto bene chi sono i pagliacci”. Per Lettieri “non c’è alcuna necessità di chiarire quello che il regolamento già elenca in maniera chiara e dettagliata, se poi per il ‘presidente’ intervenire in consiglio comunale equivale ad un esternazione di protagonismo, veramente siamo arrivati. Infine, penso che il confrontarsi, ascoltare suggerimenti, consigli, non sia per nulla un fatto negativo, anzi è l’esatto contrario. Rappresenta il sale della democrazia”. “Piuttosto – conclude Lettieri – se il ‘presidente’ si confrontasse, ascoltasse consigli e suggerimenti, da persone capaci, male non farebbe. Quanto all’eccentricità meglio stendere un velo pietoso. Se fosse stato zitto avrebbe fatto meglio”.

“LE REGOLE SONO QUESTE”. Ma Cesaro, invece, non tace, anzi rilancia e risponde a Lettieri. “Ritengo che vi sia una chiara volontà, da parte del consigliere di opposizione Lettieri, di non addivenire ad un soluzione pacifica del caso e ribadisco che l’interpretazione che meglio si adatta all’articolo 71 del regolamento del Consiglio comunale è quella sostenuta dallo scrivente, sia aderendo al senso proprio delle parole ed interpretazione letterale, che aderendo alla logica delle stesse cd interpretazione logica. Pertanto, piaccia o meno al consigliere Lettieri, questo è quanto! Chi dirige il Consiglio non é certamente lui!”.

Cesaro, inoltre, evidenzia che “tale decisione non è finalizzata ad imbavagliare i consiglieri ma risponde all’esigenza di regolamentare in generale il diritto di intervento dei consiglieri (comma 1, articolo 71) ed in maniera analitica il diritto di intervento dei consiglieri che appartengono al medesimo gruppo consiliare (comma 4 articolo 71) e dei consiglieri che non appartengono ad alcun gruppo consiliare (comma 5). Quanto ai consigli da persone capaci, per una questione di stile, consiglio a Lettieri di cambiare suggeritore visti i risultati. La frase ‘meglio stendere un velo pietoso’ mal si adatta alla sua bocca, o forse ha dimenticato il significato? Ecco questo è il senso letterale della frase ‘stendere un velo pietoso’: ‘Tacere un episodio o una verità dolorosa o semplicemente spiacevole. Usato di solito in riferimento a un episodio sul quale si preferisce non ritornare per evitare contrasti, dissapori o discussioni, oppure per non rivangare antiche colpe, rancori e simili. Tralasciare i particolari scabrosi o dolorosi di una questione, per delicatezza, pudore, pietà o altro’.

VERTICE SU REGOLAMENTO. Intanto, Cesaro annuncia che, a breve, sarà indetta una riunione sulle regole da seguire durante lo svolgimento delle seduta consiliari, alla quale parteciperanno il sindaco e la maggioranza e saranno invitati tutti i consiglieri dell’opposizione.

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