Fusti in via Sondrio, un nuovo pentito: “Li ho seppelliti io”

di Redazione

 CASAL DI PRINCIPE. Alcuni fusti interrati, forse contenenti fanghi industriali,comunque non radioattivi, sono stati trovati ad una profondità di nove metri durante delle operazioni di scavo in via Sondrio, a Casal di Principe.

L’operazione, coordinata dall’Antimafia di Napoli, sarebbe scaturita dalle rivelazioni di un collaboratore di giustizia del quale, per motivi di sicurezza, non è stato diffuso il nome. In un primo momento si era parlato di Carmine Schiavone, di recente salito alle cronache per le sue rivelazioni sugli sversamenti del clan dei casalesi, ma non si tratta di lui, bensì di un altro pentito, che ha dichiarato: “Ho guidato io la ruspa che ha scavato per seppellire i rifiuti. Sotto quel terreno ci sono il contenuto di venti camion”.I terreni sarebbero, tuttavia, gli stessi indicati da Schiavone.

A sovrintendere agli scavi, da parte dei tecnici Arpac e dei vigili del fuoco,i carabinieri del Nucleo Operativo di Casal di Principe, su delega dei pm della Dda di Napoli Giovanni Conzo e Luigi Landolfi, e del procuratore aggiunto Francesco Greco.

Avviatamartedì mattina, l’operazione si protrarrà anche nei prossimi giorni e prevede analisi e accertamenti per rilevare l’eventuale presenza di sostanze nocive. La zona di scavo si trova davanti a una ludoteca per i bambini preventivamente fatta chiudere in vista delle operazioni ma che si trova a poca distante dall’area della possibile discarica.

Sul posto è giunto anche don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano (Napoli), che da tempo si batte contro i roghi di rifiuti e per le bonifiche nella cosiddetta “terra dei fuochi” tra le province di Napoli e Caserta. Tante le villette e le case a pochi metri di distanza dal centro degli scavi.

A fine agosto il boss dei casalesi Carmine Schiavone, cugino di Francesco Schiavone detto “Sandokan”, in un’intervista a SkyTg24, aveva fatto scalpore e aveva detto di sapere dove si trovava l’immondizia tossica e di averlo detto: “Io certe cose, come i luoghi esatti dove è interrata l’immondizia più pericolosa, le ho dette nel 1997 durante le audizioni in commissione Ecomafie. Sapete cosa mi dissero? Che era impossibile bonificare perché servivano troppi soldi”.

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