L’Asl taglia i fondi: il Centro Santulli rischia la chiusura

di Livia Fattore

 AVERSA. Circa 500 pazienti, tutti disabili gravi, rischiano di non ricevere più le cure necessarie e 85 addetti intravvedono la possibilità di perdere il proprio posto di lavoro in un momento in cui la crisi socio-economica si fa sempre più acuta.

Questo l’allarme lanciato dai responsabili provinciali dei sindacati Cisl, Fials, Uil, Nicola Cristiani, Salvatore Stabile, Paolo Diana, congiuntamente agli Rsa, Annamaria Brandi, Eugenio Lamanna e Antonio Cioppa, in relazione alla situazione del Centro di Fkt “Santulli” di Aversa dopo che l’Asl di Caserta ha sottratto dal tetto di spesa 2013 del centro aversano poco meno di 300mila euro, passando dai 302mila preventivati a 9mila nonostante avesse confermato gli importi contrattuali precedentemente sottoscritti con nota del mese di luglio.

Il tutto a causa dell’applicazione di un decreto regionale applicato senza tener conto dei diritti maturati dal Centro ed in particolare del piano industriale programmato e messo in atto in questi primi otto mesi dell’anno in corso, tenendo conto del budget inizialmente assegnato alla struttura di riabilitazione aversana.

“Non si è tenuto conto – affermano in una nota congiunta i rappresentanti sindacali e la dirigenza del centro Santulli – del programma di lavoro attivato regolarmente dalla struttura dal mese di gennaio 2013 e distribuito sui dodici mesi dell’anno, valutando il tetto di spesa complessivamente concesso. Indipendentemente dalla legittimità delle scelte operate dalla Asl Caserta, non si può intervenire nel mese di agosto a modificare il tetto di spesa confermato fino alla comunicazione di luglio 2013; infatti, la decurtazione operata nel mese di espone il Centro ad una notevole difficoltà finanziaria, al punto che è costretta a dimettere i pazienti e a preannunziare la chiusura del Centro di riabilitazione in tempi brevi”.

Da queste considerazioni è scaturita la decisione della dirigenza della struttura sanitaria di chiudere i battenti entro il 14 settembre prossimo se non vi saranno fatti nuovi, con la conseguente decisione di dimettere 419 pazienti ambulatoriali e 68 domiciliari, tutti disabili gravi, oltre a mettere in discussione l’attività di 65 lavoratori dipendenti e di 20 collaboratori a prestazione professionale.

Della vicenda sono stati interessati, oltre che il direttore generale dell’Asl di Caserta Paolo Menduni e il sindaco di Aversa Giuseppe Sagliocco, anche (per i motivi di ordine pubblico impliciti nella vicenda) il prefetto di Caserta Carmela Pagano per evitare l’ennesimo grave taglio occupazionale, in una terra già devastata da una grave crisi industriale oltre che dell’assistenza ai pazienti che rimarrebbero senza alcuna cura. La richiesta è di “ripristinare il legittimo status quo ante per il 2013 per evitare incalcolabili ed imprevedibili reazioni di quanti si vedono penalizzati dalle decisioni assunte dalla Asl di Caserta”.

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