Rincari benzina, scioperano i gestori: “Governo indifferente”

di Redazione

 ROMA. Dalle 22 di martedì 16 alle 6 del 19 luglio i distributori di carburante nelle aree di servizio poste lungo tutte le tratte autostradali, tangenziali e raccordi compresi, chiuderanno per protestare contro i rincari della stagione estiva.

Ai gestori non è bastato il “richiamo” ai petrolieri del ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato. “Il governo è stato indifferente alle nostre denunce”, affermano Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Anisa Confcommercio che nei giorni scorsi avevano invitato l’esecutivo Letta ad intervenire per costringere compagnie petrolifere e concessionari al rispetto delle leggi e degli accordi. Gli automobilisti che hanno deciso di raggiungere, in questi giorni, le località di villeggiatura dovranno, quindi, premunirsi per tempo.

Intanto, i prezzi della benzina continuano a salire: gli aumenti scattati giovedì 11 luglio nelle stazioni Eni, seguiti poi da tutte le altre compagnie con rincari differenziati da 0,005 a 0,015 euro il litro, avevano portato ad un prezzo massimo segnato da TotalErg a 1,865 euro il litro.

Un rialzo, sottolinea Staffetta Quotidiana, che scatta in controtendenza al recente calo sui mercati internazionali del prodotto raffinato. Secondo i dati diffusi dalla Cgia di Mestre, gli automobilisti italiani, insieme a quelli olandesi, sono quelli che pagano di più per un pieno di benzina.

In Italia, fa sapere la Cgia,insiste un livello di tassazione (accise + Iva) che tocca 1,030 euro al litro, solo in Olanda accise e tasse sono superiori che da noi (1,059 al litro). E rispetto alla media dei paesi dell’area dell’euro, il prezzo al litro praticato in Italia è superiore di 0,204 euro. Per quanto riguarda l’incidenza fiscale, invece, in Italia il dato medio (59,1%) è superiore a quello europeo di ben 5,4 punti.

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