La mafia prepara un attentato a Di Matteo, rivelazione shock

di Mena Grimaldi
 PALERMO. Un
attentato contro il pm Nino Di Matteo
e 15 chili di esplosivo sarebbero già arrivati a Palermo. E’ la rivelazione
shock fatta agli investigatori di un confidente legato al traffico di droga e
ritenuto abbastanza attendibile.

L’uomo non avrebbe fatto nomi, ma il maggiore
indiziato è il pm Nino Di Matteo, al quale è stata rafforzata la scorta, con
l’aggiunta di tre carabinieri del Gis, il Gruppo intervento speciale. C

i
sarebbero, secondo il confidente, almeno quindici chili di esplosivo e un
telecomando, da tempo a disposizione di Cosa nostra che sarebbe intenzionata a
intervenire al più presto. Una riunione operativa, riferisce l’Agi, un summit
di capimafia, avrebbe mobilitato il clan di Brancaccio.

Di Matteo, con altri
tre colleghi, rappresenta l’accusa nel processo sulla trattativa Stato-mafia ed
è sotto procedimento disciplinare per aver confermato in un’intervista
l’esistenza delle intercettazioni telefoniche tra il presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano e l’ex ministro dell’Interno Nicola Mancino.

Appresa la notizia, in tanto hanno espresso
solidarietà a Di Matteo. In primis Antonio
Ingroia
, ex collega di Di Matteo alla Procura di Palermo e presidente di
Azione Civile.

“Il mancato potenziamento del 416 ter lascia i magistrati
da soli. Per questo voglio esprimere la mia solidarietà a Nino Di Matteo;
perchè, nonostante l’atto dovuto del rafforzamento della scorta si capisca che
il vero sostegno a chi lotta per sconfiggere la mafia si dà con la politica,
non con l’isolamento”, ha detto Ingroia.

“Appreso
l’innalzamento del livello di protezione dovuto alle nuove minacce e alle nuove
informazioni acquisite da fonti investigative e giudiziarie, esprime piena
solidarietà al Sostituto Procuratore di Palermo Nino Di Matteo. A lui vogliamo
esprimere la nostra vicinanza, impegnandoci a mantenere alta l’attenzione sul
lavoro dei giudici palermitani impegnati nelle indagini sulla trattativa
Stato-mafia affinchè non vengano lasciati soli come, la storia ci insegna, già
successo in passato”, ha tuonato invece l’Associazione Nazionale Legalità e
Giustizia.

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