Il Consiglio di Difesa: “Sugli F35 decide il governo”

di Mena Grimaldi
 ROMA. La nota del
Consiglio Supremo della Difesa ha riacceso le polemiche sugli F35.

Il
Consiglio, infatti, riunitisi mercoledì al Quirinale e presieduto dal
presidente della Repubblica, con una nota sembra “avvertire” il Parlamento che
sull’argomento non gli compete alcun potere di veto e cioè che sui programmi di
ammodernamento delle Forze Armate, e quindi anche sull’acquisto dei caccia F35,
a decidere è il governo.

“La progressiva integrazione europea – si legge
nella nota – in coordinamento con
l’evoluzione della Nato, e la realizzazione di capacità congiunte costituiscono
presupposti fondamentali per l’approntamento di forze in grado di far fronte
efficacemente alle esigenze di sicurezza e di salvaguardia della pace. Questa è
la prospettiva da perseguire, anche in considerazione della limitatezza delle
risorse disponibili e dell’entità, da un lato, degli investimenti da effettuare
per la sicurezza e la difesa e della gravità, dall’altro, delle esigenze di
rilancio della crescita e dell’occupazione”.

Immediate le reazioni da parte
della politica. In primis quella del Movimento 5 Stelle. “L’intervento del
Consiglio supremo di Difesa su gli F35 è l’ennesima prova che il Parlamento
viene concepito come ratificatore di provvedimenti del Governo. È sconvolgente
che Napolitano avalli questo ennesimo schiaffo. Ci aspettiamo che come
presidente del Consiglio di Difesa, faccia chiarezza”, dice Riccardo Nuti nel suo intervento alla
Camera. Reazioni che arrivano anche dal Pd.

“Nel totale rispetto dell’autonomia
e dell’indipendenza del Consiglio Superiore della Difesa faccio notare che le
decisioni del Parlamento non rappresentano un diritto di veto, ma una scelta libera,
consapevole ed indipendente alla quale, credo, tutti debbano attenersi, ha
detto Gero Grassi,
vicepresidente del gruppo alla Camera dei deputati.

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