Castaldo: “La sicurezza deve essere garantita h24”

di Antonio Arduino

Antimo CastaldoAVERSA. La rapina messa in atto nel pomeriggio di venerdì in via Seggio, proprio nel punto caldo della movida, riaccende la polemica sulla efficienza, i tempi e le modalità dei controlli effettuati nel centro storico per garantire la sicurezza.

A puntare il dito sulla necessità di un intervento che non sia di facciata, dettato dall’emozione del momento, quali sono state alcune ordinanze sindacali, in particolare la 93 che detta gli orari di cessazione della diffusione sonora e di chiusura dei locali, è Antimo Castaldo, leader del movimento politico culturale Democrazia e Territorio, con il quale, un anno fa, partecipò alla corsa per la carica di primo cittadino.

“Non basta firmare un’ordinanza sulla spinta emotiva di un delitto come è avvenuto con la numero 93, né si può pensare che il controllo delle problematiche innescate dalla movida possa essere limitato al centro storico. Certo il punto focale è in via Seggio per le caratteristiche di accesso della zona, ma il problema investe l’intera città”, esordisce Castaldo.

“Come dimostrato della rapina effettuata in orario pomeridiano il controllo del centro storico – continua l’ex candidato sindaco – non può essere limitato solo a qualche ora notturna, né essere effettuato con le sole, numericamente limitate, forze di polizia municipale”.

“Occorre regolamentare le attività commerciali in modo che si armonizzino con le esigenze dei residenti, programmando le possibili azioni di controllo”, afferma Castaldo riproponendo l’idea, avanzata tempo fa, di dare vita ad un patto per la notte.

Una sorta di regolamento, già realizzato ed attivo in molte città Italiane, da scrivere tutti assieme: commercianti, cittadini, amministrazione municipale, forze dell’ordine che indichi cosa, come e quando dare vita ad attività che coinvolgono la popolazione nel senso più ampio della parola, garantendo che si svolgano in sicurezza, con soddisfazione di tutti. Una sorta di regolamento che andrebbe scritto anche tenendo conto di quanto indicato nel decreto salva Italia a proposito di autorizzazioni che non devono essere rilasciate sempre e comunque.

“Perché – ricorda Castaldo – occorre tenere conto della saturazione della tipologia di esercizi presenti nelle varie zone della città. Negando nuove autorizzazioni, quando valutato il rapporto esercizi-ambiente la zona sia considerata satura. Questo perché l’Amministrazione non deve garantire l’interesse di singoli ma di tutti”.

“Se l’Ente non ha la possibilità o il personale per mettere mano a questo tipo di regolamento, nell’ottica di una civile collaborazione, tesa a rendere Aversa una città vivibile, Democrazia e Territorio è disponibile a farsene carico e ad offrire, senza alcun tipo di ricambio, il lavoro fatto all’Amministrazione che potrà utilizzarlo applicando tutte le modifiche che eventualmente ritenesse opportune”, conclude Castaldo.

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