Improta: “Due presidenti del Consiglio, come i due Papi viventi”

di Redazione

Raffaele ImprotaTEVEROLA. Se non fosse tragica, la situazione delle Istituzioni a Teverola la si dovrebbe definire comica. Tra le performance più ardite e temerarie di un’amministrazione a dir poco deludente,che ne ha combinate di tutti i colori nei vent’anni di potere nella nostra Città, mancava solo un pateracchio di proporzioni inaudite.

Forse suggestionati dalla novità storica dei due Papi viventi, gli uomini della maggioranza hanno inscenato un rappresentazione di diritto pubblico che sarà studiata nelle facoltà di legge di tutta Europa. A seguito di uno scontro politico di bassissima lega alimentato dalla maggioranza, oggi a Teverola, incredibilmente, sembrerebbe che siano in carica due presidenti del consiglio comunale.

Uno, Dario Di Matteo, legittimo in quanto vice-presidente subentrato al presidente dimissionario Stefania Tortale, l’altro, abusivo di quella carica a cui è stato eletto dai suoi sodali di maggioranza, senza averne diritto e con mezzi illegittimi ed equivoci, come solo dalle parti nostre può accadere.

Inutile dire che ciò è perché a Teverola, come è ben noto, chi dovrebbe garantire e tutelare il diritto e la legalità è quasi sempre strabico e li ignora. Ricordiamo, in proposito, che, in occasione delle ultime elezioni comunali, il sindaco è riuscito a votare a Teverola non avendo il diritto di essere iscritto nelle liste elettorali del nostro comune, perché , diversamente da quanto da lui dichiarato, la residenza non l’aveva a Teverola ma a Ischia.

La circostanza è stata denunciata alla procura della Repubblica competente dai candidati della lista avversaria ma, purtroppo, benché siano già trascorsi 3 anni, nessuna autorità, né la prefettura né la magistratura hanno trovato il tempo e il modo di pronunciarsi su quella vicenda, pure semplicissima da riscontrare, basta mandare due carabinieri nei rispettivi uffici dell’anagrafe dei due comuni e verificare il diritto del sindaco a votare a Teverola in relazione alla sua residenza e alle regole elettorali sulle eventuali variazioni.

Oggi, come allora, il sindaco ripete un giochino analogo, prende, con tutta probabilità, da un cestino un documento strappato e lì gettatovi dal presidente del consiglio facente funzioni, Di Matteo, che recava la convocazione di un consiglio comunale. Incollati i pezzi di carta, porta a protocollare il foglio “restaurato”, privo di qualsiasi valore, e grazie a questo “atto di pirateria” subdolamente riesce a far convocare il consiglio comunale nel corso del quale si procede alla nomina del nuovo presidente dell’assemblea civica, nella persona di Rino Sasso.

E’ a dir poco allucinante constatare il verificarsi di simili atti nella nostra Città. Del sindaco dovremmo dire che se sbagliare è umano, perseverare è diabolico. E questa vicenda appare proprio diabolica perché non solo è furfantesca ma getta discredito sull’Ente comunale e lo espone al disonore e al ludibrio dell’opinione pubblica, ben oltre i confini del nostro territorio. Non possiamo che confidare, anche questa volta, nell’intervento delle Autorità preposte, in primis il Prefetto, con l’auspicio che non debbano passare anni prima di venire a capo di un atto di arroganza amministrativa e istituzionale indegna di uno Stato di diritto e di una civiltà giuridica in grado di tutelare le regole democratiche.

Esse sono state calpestate in modo disinvolto, grossolano e inaccettabile anche in questa ennesima circostanza da personaggi ormai all’epilogo della loro esperienza sfascista e dannosa per i cittadini di Teverola e per le Istituzioni ma, come negli scorpioni, è nella coda che si concentra il maggior veleno e il breve periodo che ci separa dalla scomparsa di questi Attila delle Istituzioni sarà costellato di colpi di coda dai quali la cittadinanza dovrà guardarsi per limitare i danni e schivare attacchi letali. Noi vigileremo con costanza e attenzione.

Raffaele Improta

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