D’Alema: “Non ho affossato io Prodi, ma chi l’ha candidato”

di Mena Grimaldi

 ROMA. “L’affossamento di Romani Prodi nelle elezioni per il Colle non è dipeso da me, semmai da chi lo ha candidato in modo francamente assurdo”.

Così Massimo D’Alema si difende dagli attacchi arrivati in questi giorni dal Tritone dove qualcuno, a mezze parole, tirava in ballo una regia oscura dalemiana dietro la sconfitta di Prodi.

“E’ una vergogna, una vergogna autentica – di D’Alema al giornalista di Piazzapulita, nell’intervista in onda lunedì sera su La7 – chi dice questo è un calunniatore, io lo denuncerò”.

“Quale regia, di che cosa? Non ho potuto impedire che quindici persone mi votassero – continua D’Alema – Dietro la sconfitta di Prodi c’è la regia di chi lo ha candidato in un modo francamente assurdo, perché non si può tirare fuori in questo modo la candidatura di Prodi senza una preparazione, senza un’alleanza. Si cercano capri espiatori, per errori politici che sono stati compiuti, in persone che non c’entrano nulla. Io, come vede, vado a spasso con il cane, non organizzo complotti, non faccio parte di nessun organismo”, aggiunge l’ex segretario.

Sulle scissioni all’interno del Partito Democratico, invece, dice: “Scissione nel Pd? Non credo ma non ne ho idea, guardi, io non faccio parte né dei parlamentari del Pd né degli organismi dirigenti del Pd, non vedo perché lei si rivolga a me”.

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