Pd, Bersani lancia la sfida in otto punti: “Nessun governo col Pdl”

di Redazione

BersaniROMA. La linea politica del Pd Bersani la detta in “otto punti” in occasione del vertice di mercoledì mattina a Roma.

“Il primo è fuori dalla gabbia dell’austerità”. Poi “misure urgenti sul blocco sociale”. Ancora: “Riforma della vita politica e pubblica”. Quarto: “Voltare pagina sulla giustizia e l’equità”. Poi una norma contro “il conflitto di interesse e doppi incarichi”. Sesto punto: “Economia verde e sviluppo sostenibile”. Apertura ai “matrimoni gay e alla cittadinanza a chi è nato in Italia”. E per ultimo punto: “istruzione e ricerca”. Insomma “questo è quello che noi proponiamo e ci prendiamo la nostra responsabilità”.Poi attacca Grillo: “Chi ha scelto la via parlamentare e deve dire che cosa vuol fare”. E avverte: “Non staremo qui a guardare”.

Il segretario dei democratici comincia la sua relazione facendo una panoramica della situazione internazionale. “In tutta Europa c’è un indebolimento delle istituzioni e ripiegamenti antieuropei”, e per questo “sappiamo che le decisioni che prenderemo potranno segnare non solo questo momento ma il futuro, una fase non breve”. Poi ci tiene a sottolineare: “Non stiamo corteggiando Grillo ma si sta interpretando quel che si muove nel profondo per bucare il muro di autoreferenzialità del sistema che comincia ad essere in gioco”.

Bersani fa anche autocritica dinanzi al successo del Movimento 5 Stelle: “È una questione sociale” perché il movimento “è forte tra giovani e colpiti dalla crisi”. E analizza anche il voto, in particolare quello della destra che “ha perso sei milioni di elettori”. Senza contare che la destra “esiste come in tutto Europa”. Ma “l’idea che non ci fosse l’avversario ci ha danneggiato. Il nostro arretramento ha fatto sì che ci fosse una loro rimonta”.

Per quel che riguarda un futuro governo, Bersani afferma: “Noi non possiamo offrire una governabilità stabile, ma nemmeno gli altri”. Il partito però “non sfugge alle sue responsabilità e parliamo chiaramente al Paese”. Quindi, “se chiamati, siamo pronti a un governo di cambiamento”.

E chiarisce: nessun governo con il Pdl. Nessuna collaborazione è possibile, inisiste il leader del Pd, “con hi ha seminato il vento che ci ha portato la tempesta di oggi”.

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