Camorra, polizia arresta esattori del clan Belforte-D’Albenzio

di Redazione

 MADDALONI. Nel pomeriggio di venerdì 8 febbraio, la squadra mobile di Caserta, ha eseguito un fermo di polizia giudiziaria nei confronti di Michele Madonna, 30 anni, di Maddaloni, per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, denunciando a piede libero un complice di 17 anni.

I due, nei giorni scorsi, si erano recati in un’azienda di Maddaloni, che opera nel settore della distribuzione all’ingrosso di alimentari, e rivolgendosi al responsabile gli avevano rivolto la canonica frase “di mettersi a posto con gli amici di Maddaloni”, alludendo evidentemente al gruppo camorristico attivo nel comprensorio, capeggiato sino a pochi mesi fa dai fratelli D’Albenzio, Clemente e Giorgio, referenti in quell’area del clan Belforte di Marcianise, entrambi recentemente arrestati dalla squadra mobile.

Gli investigatori, che avevano appreso del raid estorsivo, nonostante non fosse stato denunciato, acquisivano presso l’azienda i filmati ripresi dal sistema di video sorveglianza, riuscendo a identificare i due emissari che, poi, dopo l’iniziale reticenza, venivano riconosciuti dal personale dipendente della ditta. Dopo brevi ricerche, gli investigatori della squadra mobile, continuamente impegnati nel costante monitoraggio del comprensorio per fronteggiare le ancora diffuse attività estorsive dei clan, bloccavano i due responsabili, identificati in Madonna e nel suo complice.

L’operazione ha evidenziato l’attuale pericolosità del gruppo D’Albenzio, nonostante la detenzione dei fratelli Clemente, 57 anni, arrestato nel luglio scorso dopo un breve periodo di latitanza, dovendo scontare una condanna definitiva a 18 anni di reclusione per tentato omicidio aggravato, e Giorgio, 52, anch’egli arrestato dalla squadra mobile di Caserta, in esecuzione di un ordinanza di custodia cautelare emessa, per tenta estorsione aggravata dal metodo mafioso, dal Gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Dda. partenopea. La “decapitazione” del gruppo, evidentemente, non ha interrotto le attività estorsive degli affiliati ancora in libertà.

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