Cineclub al Vittoria, parte il secondo ciclo

di Gaetano Bencivenga

 AVERSA. Torna da martedì 12 febbraio il cineclub al Vittoria di Aversa. Un appuntamento immancabile per cinefili e non poiché l’attento Ermanno Russo, proprietario nonché direttore artistico della storica sala aversana, …

… propone un cartellone sempre ricco di chicche d’autore poco visibili nei normali circuiti cinematografici. Una monosala, che si fa spazio nell’affollato e caotico mercato delle multisale con un ‘offerta basata sulla qualità e la convenienza.

Il costo dell’abbonamento rimane, infatti, fermo alla somma di 15 euro per nove proiezioni, che sono in programmazione il martedì e il mercoledì ad orari fissi (17.00, 19.15, 21.30) dando la possibilità agli avventori di scegliere il giorno di volta in volta senza specificarlo all’atto dell’acquisto della tessera.

Si comincia con “Flight” (unica pellicola in programma anche nel weekend dal 7 all’11 febbraio), l’action psicologico di Robert Zemeckis con un Denzel Washington (candidato all’Oscar) in forma smagliante nei panni di Whip Whitaker un comandante di aerei di linea che salva i passeggeri del proprio volo con un atterraggio di fortuna su un prato.Salutato come un eroe nazionale viene, però, smascherato da un’inchiesta che porta a galla una realtà completamente diversa.

Il successivo lungometraggio è “Moonrise Kingdom-Una fuga d’amore” nel quale il regista del sarcastico “I Tenenbaum” Wes Anderson mescola romanticismo e ironia tagliente per narrare l’innocente relazione sentimentale di una coppia di scout dodicenni in fuga dalle loro strambe famiglie.

A seguire “Tutti i santi giorni”, ultima fatica del neodirettore del Torino Film Festival Paolo Virzì, che, dopo il nostalgico “La prima cosa bella”, si cimenta con una trama di quotidiana precarietà, nel lavoro ma non negli affetti, dei giovani in un’Italia sempre più controversa.

Si continua con i britannici “Grandi speranze” di Mike Newell e “La parte degli angeli” di Ken Loach, ottimi esemplari della doppia tendenza del cinema del Regno Unito all’adattamento da un’opera letteraria (il primo è, infatti, tratto dal romanzo omonimo di Charles Dickens) e alla denuncia sociale (il secondo diretto, invece, da un autentico maestro in questo genere).

E’ poi la volta di due pellicole al femminile provenienti dall’universo mediorientale “La bicicletta verde” della saudita Haifaa Al Mansour e “La sposa promessa” dell’israeliana Rama Burshtein, decise a svelare con coraggio e perizia tecnica dettagli scottanti sulla problematica condizione della donna araba.

Si chiude, infine, con un duo americano, il legal thriller “La regola del silenzio”, ennesima riuscita prova dietro la macchina da presa del “divo” Robert Redford, e la rivelazione dell’anno “Re della terra selvaggia” di Benh Zeitlin, nominato a sorpresa all’Oscar per il film, la regia e l’attrice protagonista di appena nove anni e vincitore della Camera d’Oro per l’opera prima all’ultimo Festival di Cannes.

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