Caserma “Sottile”, un’altra morte in circostanze poco chiare

di Nicola Rosselli

 Aversa – La caserma dei misteri. Un secondo finanziere in servizio presso la caserma intitolata ad Antonio Sottile (originario di Alife, morì nel 2000 in Puglia, in provincia di Brindisi, dopo un tamponamento volontario da parte di alcuni contrabbandieri) muore in circostanze poco chiare a pochi mesi di distanza da un collega la cui morte è, da quanto è dato sapere, ancora un mistero. Mistero che avvolge già anche la morte del tenente Felice Stringile, di 26 anni, trovato senza vita nel suo alloggio di servizio all’interno della caserma di via Nobel. Anche qui si parla di possibile suicidio.

Stringile, che era comandante del Nucleo Pronto Intervento, potrebbe aver fatto uso di sostanze stupefacenti (sottratte, a quanto ipotizzato, dall’ufficio corpi di reato della caserma, così come altre stanze dei locali che ospitano il gruppo di Aversa della Guardia di Finanza, posti sotto sequestro) con l’intento di farla finita e non perché fosse dedito al consumo di droghe.

Il pm Cozzolino, che indaga sulla vicenda parrebbe, infatti, indirizzarsi sulla vita privata del giovane finanziere di Pomigliano d’Arco che stava preparando il proprio matrimonio con la sua compagna che è in attesa di un figlio il cui padre è proprio Stringile. Ma è probabile che nemmeno l’autopsia, in programma per lunedì mattina, possa portare nuova linfa alle indagini che sono condotte dai carabinieri del nucleo territoriale di Aversa, coordinati dal colonnello Gianluca Vitagliano, così come quelle per la morte del finanziere trentanovenne Fabrizio Ferrara (nella foto), trovato morto nella notte tra il primo e il due luglio dello scorso anno nel campo adiacente la caserma “Sottile” in via Nobel.

Il cadavere di Ferrara presentava un foro alla nuca e uno alla mano sinistra. A far pendere la bilancia verso il suicidio, oltre al fatto che fu utilizzata la pistola d’ordinanza del finanziere, la circostanza secondo cui il foro di entrata del proiettile non sarebbe quello ipotizzato tale in un primo tempo, ma quello considerato di uscita. Il colpo, quindi, sarebbe stato sparato davanti, all’altezza della regione temporale uscendo dal lato sinistro della nuca.Un’ipotesi anche sul foro di proiettile alla mano sinistra: si manteneva il capo all’altezza del collo.Con la destra si sarebbe sparato e con la sinistra si sarebbe mantenuto il capo per non farlo reclinare.

I carabinieri del nucleo territoriale di Aversa che, come detto, conducono le indagini, comunque, anche se hanno sempre affermato che l’ipotesi del suicidio, sebbene avvalorata anche dai risultati dell’autopsia e dal fatto che nel campo in cui il corpo fu rinvenuto il corpo senza vita, non vi fossero altre tracce evidenti, non hanno mai escluso altre ipotesi: prima fra tutte che l’appuntato potesse avere avuto un appuntamento con il suo o i suoi assassini. A farlo ipotizzare il fatto che Ferrara fosse uscito nuovamente dalla caserma dopo essersi ritirato poco prima di mezzanotte e che avesse compiuto diversi giri in via Nobel come dimostrerebbero i filmati di alcune telecamere piazzate in zona, tra cui quelle della stessa caserma.

Un atteggiamento, comunque, che potrebbe far pensare anche ad una persona che sta rimuginando sull’estremo gesto che stava per compiere. Insomma, un giallo non ancora del tutto chiaro. InFinanza dal 1994, Ferrara faceva parte delle unità cinofile. Si era separato dalla moglie, dalla quale ha avuto due figli: lui viveva a Benevento con i genitori, lei nell’Avellinese.

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