Il killer del Connecticut autistico: le armi comprate dalla madre

di Emma Zampella

Adam LanzaCONNECTICUT (USA). Sale a 28 il bilancio complessivo delle vittime provocate dal killer, Adam Lanza, che ha seminato sangue e terrore in una scuola elementare del Connecticut: il killer haammazzato 20 bambini e 6 adulti, prima di uccidersi.

Un piano studiato in ogni dettaglio, partito dall’omicidio dei suoi familiari: Adam, prima di recarsi a scuola, avrebbe ucciso, in quella casa poco distante dalla scuola, la madre, da cui era ossessionato. Era stata proprio la donna ad acquistare quelle armi che hanno permessa la carneficina. Adam Lanza, che indossava un giubbotto antiproiettile, ha fatto fuoco con due pistole che si sarebbe portato da casa, una Glock – un modello tristemente noto per essere stato usato anche in altre stragi commesse negli Stati Uniti – e una Sig Sauer. Un fucile calibro 223 era nel baule dell’auto usata dal killer. E anche il padre di Lanza, così come un altro fratello, sono stati trovati morti in New Jersey. Secondo ilNew York Timesera affetto dallasindrome di Asperger. Adam era intelligente e aveva alti voti in matematica anche se, secondo le testimonianze raccolte dai suoi ex compagni, non aveva finito il liceo.

Il KILLER. Gli ex compagni di scuola lo ricordano come un ragazzo timido e intelligente, molto preso dai videogiochi. La madre, Nancy, era una collezionista d’armi e a volte portava i figli a caccia con sé. Nel 2008 aveva divorziato da Peter Lanza, il padre di Adam. Sembra che spingesse il figlio a studiare molto e a primeggiare a scuola. Adam aveva grosse difficoltà a rapportarsi con gli altri e spesso veniva deriso. Secondo ilNew York Times, che ha raccolto le testimonianze dei suoi ex compagni di scuola, Lanza si presentava in classe portando una 24 ore nera e si sedeva vicino alla porta, pronto a uscire. Quando veniva interrogato era nervoso e irrequieto e rispondeva a monosillabi, come se parlare gli costasse fatica. Pallido, alto e magro, secondo la descrizione dei suoi ex compagni al liceo di Newton, non aveva un profilo su Facebook, al contrario del fratello Ryan, per alcune ore erroneamente imputato della strage. Adam invece non compare nemmeno nella foto del libro-ricordo della classe del 2010. Nella pagina bianca si legge “timido con la macchina fotografica”. Uno dei suoi ex compagni di classe racconta che sul volto di Adam non comparivano emozioni. Il suo disagio evidente provocava risolini da parte degli altri compagni che non sapevano della sua malattia. Nel 2008 i genitori divorziano dopo 17 anni di matrimonio. Il padre, responsabile finanze della General Electric, si trasferisce a Stamford e nel gennaio del 2011 si sposa con una bibliotecaria dell’Università del Connecticut. La madre è rimasta invece nella casa di Newtown, a circa 8 km dalla scuola elementare Sandy Hook.

LA STRAGE. Una carneficina pianificata in ogni singolo dettaglio, con cura, probabilmente anche entrando nei giorni scorsi nell’edificio scolastico dove avrebbe nascosto altre armi usate durante la strage. Lanza ha messo in atto il suo piano con lucida follia: ha ucciso in casa la madre sparandole in faccia nella casa dove i due vivevano e poi si è diretto in macchina alla elementare che aveva frequentato da piccolo, per attuare il massacro. Il fratello di Adam, Ryan, 24 anni, è stato fermato dalla polizia, ma non avrebbe avuto alcun ruolo nella strage e avrebbe spiegato agli investigatori di “non avere più visto Adam dal 2010”. Il killer avrebbe rubato un documento del fratello prima di andare alla Sandy Hook. La preside della scuola, Dawn Hochsprung di 47 anni, è tra le vittime della carneficina. La preside ha sentito gli spari e le urla, ma invece di ripararsi ha avuto la prontezza di accendere il megafonoper dare l’allarme prima di uscire nel corridoio e morire colpita dal killer. Nella strage è morta anche la psicologa della scuola, Mary Sherlach. Secondo ilWall Street Journal, sarebbe stata proprio la preside ad aprire la porta d’ingresso ad Adam Lanza.

Ma il vero, atroce massacro l’assassino l’ha compiuto in un’aula dell’asilo, tra i bimbi più piccoli. Un’intera classe manca all’appello: è stata cancellata, scrive la stampa locale. Sei bimbi, in preda al terrore, si sono salvati per miracolo nascondendosi in un armadio. Tutto è cominciato poco dopo le 9.30, e le televisioni nazionali hanno subito interrotto altri programmi per seguire in diretta l’evoluzione delle notizie, anche con inviati e troupe per le riprese dall’elicottero. Sono così rapidamente iniziate a filtrare le immagini di madri con il volto segnato dallo sgomento, dal terrore, dallo shock.

L’insegnante Kaitlin Roig chiude i propri 14 bambini di 6 anni in un bagno ascoltando “tonnellate di colpi” e pensa: “Presto saremo tutti morti”. I bambini comprendono cosa sta avvenendo e iniziano a dirle “è Natale, vogliamo solo Natale, non vogliamo morire”. Il rumore dei colpi arriva nella palestra dove si trovano due classi di quarta elementare. «Il primo pensiero è stato che qualcuno stava battendo alla porta di entrata, poi ci siamo resi conto che si trattava di colpi» racconta un bambino di 9 anni.

C’è chi grida “Alzate le mani”, “Non sparate”. Poi è fuggi, fuggi. C’è chi si chiude dentro gli armadi, chi cerca un nascondiglio nelle docce. Dalle tv si sono visti i bimbi, in lacrime, con la bocca spalancata mentre urlavano di paura, mentre in fila indiana venivano evacuati tutti insieme dalla scuola, che conta oltre 600 alunni. E che, come tutte le scuole in America, si preparava alle vacanze di Natale, si preparava all’arrivo di Santa Claus, Babbo Natale. Paul Vance, colonnello della polizia del Connecticut, parla di “crimine orrendo contro la nostra comunità” ed è obbligato ad ammettere che “il killer ha eseguito il suo piano nonostante l’intervento quasi istantaneo dei nostri agenti”. Se Lanza è riuscito nel criminale intento è perché conosceva anche i punti deboli della scuola che si era appena dotata di un nuovo sistema di sicurezza.

LE REAZIONI. “Dobbiamo unirci e intraprendere azioni significative per prevenire altre tragedie come questa”, dichiara Obama in lacrime, in tv. Visibilmente addolorato e con gli occhi lucidi, ha parlato di quei “piccoli bei bambini” e ha ricordato che «tra i caduti ci sono anche insegnanti che hanno dedicato la loro vita ad aiutare i bambini a realizzare i loro sogni”. “Questa sera – ha proseguito il presidente – Michelle e io faremo quello che tutti i genitori in America faranno, abbracciare i nostri figli un po’ più strettamente e dire loro che gli vogliamo bene. Ma ci sono famiglie in Connecticut – ha concluso con un groppo in gola – che non potranno più farlo”. Arriva poi il messaggio, colmo di dolore, di Benedetto XVI.

“Una tragedia insensata” dice il Papa, “un evento scioccante” che ha toccato molte famiglie.Alla veglia, nella chiesa cattolica di Saint Rose of Lima, sono state accese 26 candele sull’altare, una per ciascuna vittima. La chiesa era gremita e le persone rimaste fuori si sono unite in cerchio, alcune recitando preghiere, altre cantando `Silent night´. Tra i genitori ha regnato il dolore, la disperazione e anche la rabbia di non poter più riabbracciare quei figli, mandati a scuola con l’inconsapevolezza di non vederli più.

“La nostra è solo una scuola di campagna” spiega Robert Place, 65 anni, parlando di una “comunità che vive ancora immersa negli Anni Cinquanta e Sessanta, dove i rapporti sono diretti e la vita scorre in maniera semplice” e “la scuola è al centro delle nostre vite” fino al punto che “le famiglie si trasferiscono qui perché ha la reputazione di essere accogliente e efficiente”. Appena la notizia del killer si è diffusa, decine di genitori si sono precipitati in auto ai cancelli della scuola. Alcuni di loro hanno visto le piccole salme portate via dalle autoambulanze. Ma purtroppo, il massacro si era già consumato.

Scrivici su Whatsapp
Benvenuto in Pupia. Come possiamo aiutarti?
RedazioneWhatsappWhatsApp
Condividi con un amico