L’Ilva annuncia la chiusura: operai occupano stabilimento

di Redazione

 TARANTO. Alta tensione, sciopero e fabbrica occupata all’Ilva di Taranto dopo la nuova raffica di arresti che ha coinvolto lo stabilimento e la risposta dell’azienda che ha deciso di chiudere l’impianto a freddo.

Sit in lavoratori alle portinerie mentre quegli operai che hanno tentato di accedere non hanno potuto farlo a causa della disattivazione dei badge da ieri sera. Anche dallo stabilimento di Genova operai in corte. Il ministro dell’Ambiente corrado Clini intanto spiega che il vertice di giovedì voluto del governo con le parti non sarà interlocutorio: si lavora a un decreto per applicare l’Aia (Autorizzazione integrata ambientale). Il leader della Cgil Susanna Camusso avverte: il governo trovi una soluzione.

Lunedìl’Ilva, in una nota, ha annunciato che il sequestro della produzione disposto dalla magistratura “comporterà in modo immediato e ineluttabile l’impossibilità di commercializzare i prodotti e, per conseguenza, la cessazione di ogni attività nonché la chiusura dello stabilimento di Taranto e di tutti gli stabilimenti del gruppo che dipendono, per la propria attività, dalle forniture dello stabilimento di Taranto”. Il governo ha quindi convocato enti locali e parti sociali per giovedì prossimo alle 15 a palazzo Chigi per discutere del dossier Ilva.

Martedì mattina centinaia di operai dell’Ilva hanno prima forzato i varchi della portineria D dello stabilimento e poi sono entrati anche nella Direzione del siderurgico occupandola. Gli operai, dopo aver organizzato un corteo interno al quale hanno partecipato sia quelli impiegati nell’area a caldo sia quelli dell’area a freddo, hanno occupato di fatto tutta la palazzina che ospita la direzione dello stabilimento e ora stanno decidendo come proseguire la protesta. “Non hanno voluto trovare una soluzione, governo e azienda continuano ad usarci – dicono alcuni di loro – e a rimetterci siamo soltanto noi e questa città. Così non può continuare”. Gli operai non sembrerebbero intenzionati a mettere in atto blocchi stradali, anche se attendono l’esito dell’incontro con i vertici dell’azienda. “Cosa accadrà? Non lo sa nessuno – dicono – qui si naviga a vista”.

Da lunedì, intanto, è stato proclamato da Fiom Cgil- Fim Cisl e Uilm Uil lo sciopero di stabilimento in seguito ala decisione dell’azienda di mettere in libertà i dipendenti dell’area a freddo non solo di Taranto ma anche delle altre fabbriche italiane. Da ieri sera i badge che consentono agli operai di quelle aree di entrare al lavoro sono stati disattivati. Un sit-in è in corso anche davanti alla direzione. Il clima è incandescente.

Anchea Genova circa 1.500 metalmeccanici dello stabilimento Ilva, dopo una breve assemblea, sono usciti dallo stabilimento in corteo e si sono diretti verso l’aeroporto. Con loro anche i cassa integrati dello stabilimento metallurgico. Il corteo, aperto da un caterpillar da 140 quintali e seguito da un grosso camion e da un autospurgo, è stato accolto lungo la strada da una delegazione dell’Anpi e dall’applauso della gente.

“Stiamo lavorando per risolvere la situazione in tempi rapidi, come peraltro siamo abituati a fare. Credo che la soluzione sarà pronta già giovedi con un provvedimento che consenta di superare questa situazione”, ha detto il ministro dell’Ambiente, Clini, a Skytg24, aggiungendo che “le normative nazionali ed europee stabiliscono che per l’esercizio di questo tipo di impianti è necessaria l’Aia che è l’unico documento legale che ne regola l’attività. Il problema, oggi, è creare le condizioni di agibilità per cui l’azienda possa rispettarla rigorosamente”.

“È un provvedimento che rende molto difficile l’attuazione dell’autorizzazione dell’integrità ambientale e perciò rende difficile l’applicazione della legge, dell’unica norma che consente il risanamento ambientale dello stabilimento”, ha dichiarato ancora Clini, riferendosi ai provvedimenti della magistratura. Per il ministro, il governo opererà per “rendere possibile la piena applicazione dell’autorizzazione integrata ambientale, sulla base di quanto disposto dalle direttive europee e dalle leggi nazionali; e allo stesso tempo consentire la continuità delle attività produttive, perché – sottolinea Clini – la continuità non è in contrasto con le prescrizioni dell’autorizzazione integrata ambientale. E, soprattutto, fare in modo che l’Ilva investa le risorse necessarie per il risanamento degli impianti”.

Si deve rendere compatibile il lavoro con la salute dei cittadini”: lo ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. “La scelta dell’azienda sulla chiusura dell’impianto a freddo dello stabilimento a freddo è “gravissima. Ci auguriamo che giovedì (nell’incontro convocato dal governo) ci siano idee e proposte per salvare l’azienda e un importante produzione del paese”.

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