Crisi Grecia, scontri davanti al Parlamento

di Redazione

 ATENE. Scontri in Grecia davanti al Parlamento tra manifestanti e forze dell’ordine. La polizia ha esploso alcuni candelotti lacrimogeni mentre i dimostranti hanno lanciato bottiglie incendiarie.

Alcune decine di migliaia di persone si erano radunate nella centralissima piazza ateniese di Syntagma in segno di protesta contro la quasi certa approvazione del pacchetto di misure di austerità in da stamani dibattuto dai deputati. Un ingente dispositivo di sicurezza, composto da centinaia di agenti in tenuta anti-sommossa, era stato dispiegato davanti e sui fianchi dell’edificio che ospita il Parlamento.

Oggi il dibattito sul pacchetto delle misure di austerità, che prevedono tagli di bilancio per 13,5 miliardi di euro per il biennio 2013-2014, è quindi ripreso. Il governo si aspetta di vincere di misura. Il voto, che si che si terrà entro la mezzanotte di oggi, dovrà fare i conti con il secondo giorno di sciopero generale e le migliaia di manifestanti fuori dal palazzo del parlamento nel centro di Atene.

Lo sciopero indetto dai due principali sindacati, Adedy e Gsee, ha già interrotto i servizi della pubblica amministrazione, i trasporti pubblici, dagli autobus ai traghetti. Scioperano anche tassisti, impiegati di banca, avvocati, insegnanti, personale ospedaliero, farmacisti, commercianti e altri professionisti partecipano in segno di protesta contro il terzo round di tagli alle pensioni e agli stipendi. Sindacati e partiti di opposizione di sinistra sostengono che il nuovo pacchetto di austerità e riforme sarà un onere più insopportabile per i poveri, aumentando ulteriormente disoccupazione, recessione e quindi miseria.

L’economia greca ha subito una riduzione del Pil del 25% in cinque anni, con tassi di disoccupazione vicini al 25 per cento. Due greci su dieci ora vivono al di sotto o in prossimità della soglia di povertà. Il primo ministro Antonis Samaras ha più volte detto che il debito del Paese non dà spazio di manovra in questo momento. L’approvazione delle misure per il 2013 sono la chiave per ricevere il prestito di 31,5 miliardi di euro da Ue, Fmi, Bce.

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