Pilomat, vigili urbani in difficoltà

di Antonio Arduino

 AVERSA. “Transenne umane”, si autodefiniscono così i vigili urbani che prestano servizio a guardia dei varchi della zona a traffico limitato nei giorni dell’isola pedonale.

Vorrebbero essere impegnati in servizi più consoni alla dignità della divisa che indossano ma devono verificare che gli automobilisti rispettino il divieto di transito i quelle zone anche nei punti in cui era stato prevista per i residenti la possibilità di accesso autonomo.

“In via Vittorio Emanuele – ricordano in proposito – era stato previsto che gli aventi diritto utilizzassero il telecomando per aprire il varco bloccato dai pilomat, cosicché non ci sarebbe stato bisogno della nostra presenza”.

Invece in quell’arteria, come accade nelle altre strade bloccate dai sistemi automatici che, dove funzionano, vengono solo attivati all’inizio e alla fine del periodo dell’isola pedonale, i vigili urbani ci sono per controllare che non vengano rimosse le transenne poste a rinforzo o in sostituzione di pilomat e fioriere mobili. E i telecomandi che dovevano essere distribuiti ai residenti? “In realtà sono stati acquistati ma non si usano” afferma un amministratore comunale che chiede l’anonimato. “Dopo avere effettuato il censimento dei residenti per conoscere il numero esatto degli aventi diritto – continua – ne furono acquistati una cinquantina”.

“Ma – aggiunge – sono conservati in qualche cassetto perché non sono mai stati distribuiti”. Questo impone l’impiego dei vigili urbani come transenne umane, riducendo il numero degli uomini utilizzabili in altre attività più aderenti ai compiti istituzionali del corpo di polizia municipale. “Considerando che il personale è sotto numerato e che – ricordano – a breve si ridurrà ancora di più per il pensionamento di diversi colleghi, sarebbe opportuno tirare fuori quei telecomandi e distribuirli agli aventi diritto”.

Questo naturalmente sarebbe possibile se i pilomat fossero ancora funzionanti ma c’è chi afferma che sarebbero diventati inutilizzabili per la mancata manutenzione dei compressori che ne permettono la salita dal vano interrato in cui sono contenuti. Se la voce fosse vera la città avrebbe gettato al vento migliaia di euro spesi per acquistare e installare sistemi di sorveglianza che si sono dimostrati inutili come le fioriere “immobili” di via Corcioni. Dove però non c’è nemmeno l’isola pedonale.

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