Omicidio Carmela: la sorella non sa ancora della sua morte

di Mena Grimaldi

 PALERMO. Il bollettino medico delle 12 di sabato ha confermato: le condizioni di Lucia sono stabili, nonostante le decine di coltellate che ha ricevuto, la più grave nella regione lombare.

Intanto, la città di Palermo reagisce alla tragica vicenda che ha colpito venerdì la città, quando un giovane di 23 anni, Samuele Caruso, ha accoltellato le sorelle Carmela e Lucia Petrucci perché quest’ultima lo respingeva. Per la più piccola, Carmela non c’è stato nulla da fare.

Le due coltellate alla gola le sono state fatali. Gli alunni del Liceo “Umberto”, istituto frequentato dalle due sorelle, sono sotto shock. In mattinata sono stati organizzati sit-in in città per ricordare la giovane con il sogno di diventare medico.

Lucia non sa ancora della morte della sorella, continua a chiedere di lei, così come non sa che resterà sfregiata a vita perché è stata raggiunta da numerose coltellate al volto. Carmela è l’ennesima vittima di femminicidio. Dall’inizio del 2012 in Italia sono 100 le donne assassinate. Una ogni tre giorni. Proprio per questo, la comunità palermitana ha organizzato per il pomeriggio di sabato una corteo contro la violenza sulle donne. Su quello che sembra essere ormai un bollettino di guerra, è intervenuta anche il ministro del Lavoro, Elsa Fornero.

“È l’ennesima vittima della violenza contro le donne – dice il ministro – Si tratta di due giovani che non hanno avuto pari opportunità: la ragazza uccisa ieri vittima ennesima della violenza contro le donne e il ragazzo ucciso a Napoli. Vorrei che il cambiamento fosse fatto nel nome di questi ragazzi che di opportunità ne hanno avute ben poche”.

Intanto, a Samuele Caruso, fermato dalla Polizia dopo l’omicidio alla stazione di Bagheria mentre tentava di fuggire, la Procura contesta l’omicidio premeditato. Gli investigatori, infatti, non credono che sia stato un raptus ad armare la sua mano contro Lucia e Carmela. Il 23enne, disoccupato, taciturno, aveva “agganciato” Lucia un anno fa tramite Facebook. Ne era nata una relazione, ma che la ragazza aveva deciso di troncare quasi subito.

Samuele non piaceva alle amiche di scuola, e non piaceva nemmeno a Carmela, la sorella con la quale viveva quasi in simbiosi. Ma il giovane non si era mai rassegnato e continuava ad andare fuori l’istituto “Umberto” tutti i giorni. Come nel giorno della follia.

Il giovane apparteneva a un mondo ben diverso da quello della ragazza per cui aveva perso la testa. “Un gap enorme tra le due famiglie, un divario sociale e culturale incolmabile, non era un rapporto che poteva andare”, dice Carmine Mosca, il dirigente della sezione Omicidi della squadra mobile che ha interrogato Samuele.

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