Vendola: “Mi candido alle primarie per la premiership”

di Redazione

Nichi VendolaROMA. “Mi candido alle primarie quale candidato premier per il centrosinistra”: lo annuncia Nichi Vendola nel corso di una conferenza stampa nella sede del partito.

“Lo faccio sulla base di una spinta larga – spiega – che non viene solo da parte del mio partito”. In precedenza Vendola, al termine dell’incontro al Pd con Pier Luigi Bersani, criticava il leader Idv Antonio Di Pietro nella prospettiva di un’alleanza di centrosinistra: “A me spiace molto ma le sue continue polemiche e il suo propagandismo esagerato rischiano di portarlo alla deriva”. Un parere condiviso dallo stesso Bersani, per il quale “Di Pietro e l’Idv hanno fatto la loro scelta, mi pare che abbiano preso ormai la loro strada…”.

Ma Di Pietro mette in guardia Vendola: “Chi pensa, come magari Sel, di rompere con noi pensa forse di poter fare a meno degli elettori. Anche dei suoi elettori”. “L’alleanza vera si fa sui programmi. Oggi noi siamo andati in Corte di Cassazione e abbiamo depositato due quesiti referendari, sull’art. 18 e sull’art. 8, entrambi in difesa dei lavoratori: quelli licenziati ingiustamente e quelli a cui viene tolto il contratto collettivo di lavoro”, scrive Di Pietro sul suo sito. “Credo che sia difficile, direi impossibile, per Sel, il partito di Nichi Vendola, rompere con l’Italia dei Valori, perché vorrebbe dire rompere con le battaglie in difesa del lavoro”, prosegue il leader dell’Idv, “Chi pensa di fare a meno dell’Idv nella costruzione di una nuova area riformista, di una coalizione che mette insieme sviluppo e solidarietà, pensa forse di poter fare a meno degli elettori. Anche dei suoi elettori”. Conclusione del ragionamento: “Mi rifiuto di pensare che Vendola possa rinunciare alle nostre battaglie sui diritti dei lavoratori”.

Intanto, l’intesa nascente tra Pd e Sel, sigillata dall’incontro tra i due leader, avrebbe già anche una sigla, ideata dallo stesso Vendola. Il Polo della Speranza? “Mi pare un bel titolo”. Così Bersani ha risposto a chi gli chiedeva se, come preannunciato da Vendola, i due partiti si muovessero sempre più velocemente verso la creazione di un polo unico.

La parziale conferma arriva dalla dichiarazione di Vendola, che apre ai moderati: “Sel è disponibile a lavorare con il Pd per costruire la coalizione della speranza, la coalizione del futuro”. Apertura all’Udc? Sel smentisce le prime interpretazioni: “Ma occorre essere chiari: se si è d’accordo nel superare le politiche liberiste delle destre, se si vogliono difendere i diritti sociali e l’equità sociale a partire dall’art.18, se si vogliono difendere i diritti civili a partire dai diritti delle coppie di fatto e gay, tutti sono benvenuti”. Vendola ha annunciato che presenterà un proprio documento che possa “interloquire” con la Carta d’intenti del Pd. Porte aperte anche ai moderati: “Penso che il centrosinistra è il soggetto coalizionale fondamentale, e un centrosinistra che ha le idee chiare, cha ha una sua bussola ferma e un orizzonte netto non deve avere paura di portare con sè chi intende arricchire la coalizione”.

“Di Pietro, sostiene Vendola “non sta dimostrando molto interesse verso una prospettiva che avevamo immaginato insieme. La sua attività prevalente è da polemista più che da costruttore dell’alternativa”.

Diverso il discorso per Gianfranco Fini che, dice ancora Vendola, “vuole ricostruire la destra in Italia, mentre noi lavoriamo per ricostruire la sinistra. Mi pare che siano due posizioni antitetiche e inconciliabili”. Il programma dal quale ripartire, per Vendola, dovrà comunque avere “al centro i temi del lavoro e del futuro da garantire ai nostri giovani” oltre che “il riconoscimento dei diritti civili e sociali: questo Paese – ha concluso Vendola – è stato per molti anni vampirizzato dal berlusconismo”.

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