Anticorruzione: ok della Camera. Pdl: “Governo ci ammanetta”

di Redazione

Paola SeverinoROMA. Via libera dell’Aula della Camera al ddl anticorruzione. Il testo, approvato a Montecitorio con 354 voti a favore, 25 contrari e 102 astenuti, ora passa al Senato.

Il sì definitivo è arrivato dopo che mercoledì alla Camera erano passate le tre fiducie sugli articoli “caldi” del ddl. Al voto finale sono stati diversi i deputati del Pdl, oltre ai radicali e a quelli della Lega, che hanno scelto l’astensione. Tra questi, oltre alla Lega, hanno deciso di astenersi anche 38 esponenti del Pdl tra cui Gaetano Pecorella, l’ex sottosegretario Alfredo Mantovano, Guido Crosetto, Aldo Brancher e Renato Brunetta.Contro il provvedimento hanno votato i deputati dell’Idv. “Non vogliamo essere ulteriormente strangolati. Come dice il proverbio, uomo o donna avvisata, è mezzo salvata!”.

Il capogruppo alla Camera del Pdl, Fabrizio Cicchitto, non usa mezzi termini per avvisare il ministro della Giustizia, Paola Severino, sulla responsabilità civile dei magistrati, all’esame di Palazzo Madama. L’esponente azzurro evoca le “manette” in Aula ed esprime un duro giudizio contro il governo tecnico, responsabile, dice, di aver impedito il libero dibattito sul ddl corruzione. “Noi avremmo voluto liberamente dibattere senza che lei fosse venuta in Parlamento a metterci le manette”, sottolinea Cicchitto alzando il tono della voce e lancia un avvertimento preciso al governo tecnico: “Faremo di tutto in Senato per cambiare il ddl anticorruzione sulla nuova concussione e sulle influenze”.

Da parte sua il ministro prova a spiegare come si è mosso il governo. “Esprimo grande soddisfazione per l’approvazione della legge, sia pure attraverso una fiducia che avrei personalmente evitato, ma il voto oggi dimostra che era necessaria”, afferma Severino. Le norme sulla concussione “non sono state scritte per nessuno, non ho pensato ad alcun processo”. Anche “gli importanti processi” di cui si scrive sui giornali “hanno tempo di prescrizione ben lontani, 2017 e 2019, questo va tenuto in considerazione”. Sono rimasta stupita, ha poi aggiunto, “dal comportamento della Lega. In commissione aveva votato a favore dei contenuti del provvedimento”. Sulla incandidabilità “non sono emersi nomi, non li so e non li voglio sapere. Il governo deve prendere le sue decisioni prescindendo dai nomi delle persone coinvolte”. L’approvazione di un ordine del giorno che impegna il governo ad approvare “entro quattro mesi” la disciplina delle incandidabilità al Parlamento per i condannati per gravi reati con sentenza definitiva è un fatto “molto importante”, ha aggiunto il ministro che ha fatto notare come questo fatto serva a fugare “quei timori sulla impossibilità a procedere entro le prossime elezioni”.

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