“Stop pellicce”: una “zanzarata” a Caserta

di Redazione

Stop PellicceCASERTA. “Stop Pellicce”. Armato di cartelloni, stampe e fotografie, il gruppo animalista “Veg in Campania” ha scelto una maniera ironica e sottile per esprimere l’indignazione per una carneficina continua e inutile perpetrata in nome di una moda crudele: quella delle pellicce.

Dopo Salerno, Napoli ed Avellino, questa volta la meta degli attivisti del gruppo Veg in Campania è stata Caserta. Sabato 18 febbraio, i passanti non hanno potuto fare a meno di misurarsi con le immagini che mostrano la sofferenza inflitta agli animali da pelliccia. Ma la protesta non si è fermata all’effetto shock. I manifestanti hanno scelto un modo “silenzioso” ma molto efficace di attirare l’attenzione, seguendo, senza dire una parola, come in processione, tutte le signore vestite di visone e cincillà. Come piccole “zanzare” non hanno smesso di ronzargli attorno, nonostante il visibile imbarazzo e l’irritazione delle impellicciate.

Parallelamente alla “zanzarata”, i rappresentanti del gruppo Veg in Campania hanno distribuito materiale informativo per sensibilizzare i casertani e far comprendere che gli animali non sono oggetti, ma soggetti ai quali è dovuto rispetto e il cui diritto alla vita è inalienabile quanto il nostro.

Con questo metodo provocatorio e originale il gruppo di attivisti ha cercato di svegliare le coscienze e indurre gli acquirenti a riflettere prima di acquistare. “Li chiamano animali ‘da pelliccia’ per il loro manto. – affermano da Veg – Ogni anno nel mondo sono oltre 30 milioni i visoni, gli ermellini, le volpi, gli scoiattoli, le lontre, i cani, i gatti e gli altri animali uccisi per il loro pelo. Sotto il soffice e vistoso capo di abbigliamento sfoggiato in occasione di appuntamenti mondani c’è la loro sofferenza, la loro morte inutile, il loro massacro insensato. Agghiaccianti i metodi adottati per uccidere gli animali”.

“La vanità di una donna ‘vale’ una scarica elettrica di 200 volt. – sottolineano gli animalisti – Si chiama elettrocuzione ed è la tecnica usata per le volpi. I visoni, invece, vengono uccisi per soffocamento nelle camere a gas con monossido o il biossido di carbonio: una miscela che provoca una morte piuttosto lenta e con dolori lancinanti alle vie respiratorie. Rottura delle ossa cervicali, colpi alla nuca, colpi al muso sono gli altri metodi diffusi di soppressione nei grandi allevamenti.Non si bada alla sofferenza, né alla crudeltà: il manto non dev’essere pregiudicato. Ma da ‘pre-giudicare’, e senza appello, sarebbero produttori e acquirenti, che, come non badano al sangue sparso o ai soldi spesi, così ignorano il rispetto della vita”.

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