Recale, Consiglio su cooperativa Aurora

di Redazione

Patrizia VestiniRECALE. Grande partecipazione di pubblico alla seduta consiliare di giovedì sera. I rappresentanti di oltre sessanta famiglie recalesi, proprietari degli appartamenti della cooperativa Aurora, …

… hanno manifestato tutto il loro disappunto nei confronti della delibera che la maggioranza consiliare si apprestava ad approvare. In sintesi gli amministratori guidati dal sindaco Americo Porfidia hanno votato la decadenza del diritto di superficie del terreno su cui sono state costruite le residenze popolari della stessa cooperativa Aurora.

Una storia lunga trent’anni che non lascia dormire sogni tranquilli ai proprietari che, pur avendo sostenuto sacrifici economici per tantissimi anni, nell’intento di avere una casa di proprietà, oggi sono di fronte ad un’ennesima richiesta di soldi per sanare quanto non corrisposto da Comune e Cooperativa all’Istituto Diocesano di Caserta. Un debito pari ad oltre due milioni di euro, grazie agli interessi maturati negli ultimi venti anni, che pende come una spada di Damocle sugli attori della vicenda.

La minoranza consiliare, guidata da Patrizia Vestini, ha più volte sottolineato la vicinanza ai proprietari ed ha invitato la maggioranza a non compiere ulteriori scelte scellerate. Patrizia Vestini ha avuto modo di invitare l’amministrazione ad ascoltare le proposte dei proprietari, nel pubblico incontro di venerdì 10 febbraio, prima di procedere con la votazione sulla delibera.

L’opposizione ha inoltre sottolineato l’illegittimità della delibera sulla decadenza del diritto di superficie in quanto il Consiglio Comunale non poteva modificare quanto sancito dalla sentenza della Corte di Cassazione. I ripetuti tentativi, da parte di Patrizia Vestini, di riportare la questione su un tavolo di discussione fra amministratori, proprietari, forze politiche ed Istituto Diocesano, sono stati resi nulli dalla testardaggine della maggioranza.

La stessa Vestini aveva chiesto di soprassedere alla votazione su questa delibera che avrebbe esposto i proprietari ad ulteriori rischi, sino all’esproprio, ed ulteriori sacrifici economici. Nemmeno i mugugni del pubblico ed i comprensibili scatti d’ira di qualche presente hanno distolto la maggioranza che, con un sindaco in evidente affanno ed un presidente del Consiglio che aveva perso il bandolo della matassa, ha proseguito sulla strada che porterà allo scontro con i proprietari.

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