Bagarre in Municipio, Del Prete: “Quante bugie”

di Redazione

Elpidio Del PreteSANT’ARPINO. Sempre in merito alla polemica sulla bagarre scoppiata alcuni giorni fa in Municipio, riceviamo e pubblichiamo la versione dei fatti inviataci dal capogruppo del Pd Elpidio Del Prete.

“Nel paese della bugia, la verità è una malattia”. Cito Gianni Rodari per riassumere lo sconcerto e l’amarezza che ho provato leggendo il comunicato stampa diramato dal dipendente comunale Salvatore Compagnone, inerente lo spiacevole episodio che ha visto coinvolto il sottoscritto martedì 18 ottobre 2011. Qualsiasi persona dotata di un minimo di buonsenso, avrebbe sicuramente tenuto riservata una vicenda spiacevole in cui per tale accaduto ha tutto da perdere. Ovviamente la gravità dell’accaduto ha offuscato il dipendente Compagnone  e gli fatto compiere una cosa che avrebbe fatto bene ad evitare. Non entro nel commentare il comunicato intriso di falsità e menzogne.

Un comunicato che volutamente racconta solo una parte dei fatti. Che artatamente, con le consuete minacce, cifra di uno stile proprio dell’amministrazione in carica, nega la verità agli occhi di chi non era presente ai fatti. Ma ancora una volta più che spaventarmi, più che preoccuparmi, denuncio la commistione creata da sempre tra il ruolo di dipendente comunale del comune di Sant’Arpino e la partecipazione attiva alla politica territoriale del dipendente Compagnone. Perché il nodo della vicenda è tutto qui. Il dipendente Compagnone, con il comunicato ha immaginato, ovviamente per un attimo, di poter mascherare l’aggressione subita dal sottoscritto che stava svolgendo  la sua funzione pubblica, da parte della sorella Giuseppina, anch’essa dipendente comunale, ex vigile urbano, trasferita agli uffici amministrativi e da poco nella ripartizione del fratello, fisicamente allocata nella stessa stanza. Palese è, infatti, la commistione tra il ruolo politico e il ruolo amministrativo del dipendente comunale Salvatore Compagnone, a dispetto di quanto sancito dall’articolo 97 della Costituzione.

Per chi conosce le vicende locali conosce l’azione messa in campo dal gruppo Pd rispetto ad alcuni atti dell’amministrazione in carica, mi riferisco in particolare al bando di concorso per 1 posto di dirigente ritenuto da noi inutile in un Comune di appena quindicimila abitanti, (gravoso economicamente perché costa più di 100mila euro all’anno, illegittimo perché il turn over  nella pubblica amministrazione è bloccato fino al 2014, nonché errato nelle procedure), e purtroppo, ci costa dirlo, il dipendente Compagnone essendo candidato al concorso evidentemente si sente parte lesa dalla nostra funzione di vigilanza e controllo. Questo ed altre questioni legate sempre al ruolo del sottoscritto di vigilanza e controllo, nell’espletamento della funzione pubblica, sulla gestione amministrativa hanno creato attrito con il dipendente Compagnone fino alla provocazione giocata con la sua presenza alla riunione di Commissione Consiliare sullo Sport del giorno 18 ottobre scorso. A tal proposito è opportuno specificare che  l’articolo 58 del regolamento del consiglio comunale al terzo capoverso recita testualmente “……Ai lavori della Commissione possono partecipare i singoli assessori quando sono trattate questioni inerenti ai rispettivi settori di competenza o il sindaco quando questi lo ritenga opportuno. Possono, inoltre, essere invitati a partecipare ai lavori il segretario generale ed i responsabili apicali con funzioni consultive”. Quindi è chiaro che i responsabili apicali, possono partecipare se invitati.

C’è da aggiungere un fatto fondamentale, che  di prassi alle commissioni che si sono svolte nell’arco di questa consiliatura e alle conferenze dei capigruppo non ha mai partecipato nessun dipendente comunale nemmeno come segretario verbalizzante. E’ chiara la provocazione del dipendente che, nonostante l’attrito denunciato dal sottoscritto e che non consentiva uno svolgimento sereno dei lavori della commissione, nonostante che il presidente Domenico D’Antonio non l’avesse invitato, nonostante non era necessario nessun supporto consultivo alla riunione, nonostante c’era la possibilità che ai lavori se necessario avrebbe potuto partecipare il segretario comunale come da me richiesto, il dipendente ha ostinatamente preteso di partecipare alla riunione.

Alla luce di quanto detto ritengo pertanto doveroso  restituire la verità dei fatti circa la ricostruzione dell’episodio raccontato a mezzo stampa dal Compagnone. Quando lunedì mattina mi sono recato al Comune per poter prendere parte ai lavori della Commissione  consiliare di cui sono componente ho notato la presenza del dipendente Salvatore Compagnone e ho chiesto al presidente D’Antonio, con fare spontaneo, “questo che fa qua”. A tale legittima richiesta, mentre il presidente rispondeva che non l’aveva invitato, il Compagnone, con tono  brusco, rispondeva  “tu questo a me non lo dici”. Ho tentato di  spiegare allo stesso il senso del mio intervento, aggiungendo che se lui fosse stato presente ai lavori, io me ne sarei andato, quando, all’improvviso, si spalancava la porta  della stanza ove era la Commissione e lo scrivente veniva investito, quasi aggredito, dalla furia della dipendente Giuseppina Compagnone, sorella del Compagnone, con urla, minacce e parole irriferibili, come  ben possono testimoniare i presenti, il presidente D’Antonio Domenico e lo stesso comandante della polizia municipale, intervenuto proprio per calmare e allontanare la Compagnone.

Perché la situazione tornasse sotto controllo, lo scrivente è rimasto impietrito ed  “isolato”,  nella  stanza  della Commissione, e solo dopo, credo, una quindicina di minuti, mi è stato possibile lasciare la stanza recandomi dal Segretario Generale. Questi i fatti nella loro cruda e dura verità, tutto il resto è il tentativo vergognoso di strumentalizzare un incidente che è diventato tale non per responsabilità dello scrivente. E tutti i presenti lo possono ben testimoniare. Tra l’altro la mia richiesta al presidente non era poi così infondata, dal momento che lo stesso presidente confermava che il Compagnone non fosse stato invitato a partecipare ai lavori della Commissione.

Ancora più grave e vergognoso il comportamento del sindaco e di qualche  altro, che sulla base di una versione di parte dell’accaduto, non hanno trovato di meglio che esprimere una ipocrita solidarietà e continuare nell’attacco alle prerogative dei consiglieri comunali di minoranza, nei confronti dei quali viene operata una sistematica opera di delegittimazione, ricorrendo alle più bieche pratiche ostruzionistiche, che vanno dal negare la piazza per i comizi alla negazione e al differimento degli atti richiesti per poter esercitare il nostro diritto-dovere di vigilanza e controllo, dalla convocazione dei consigli comunali in orari insoliti (alle 8 del mattino) alla non iscrizione agli ordini del giorno di nostre proposte.

Tanto per dovere di verità e per evitare che si continui a portare avanti un confronto politico che non trova di meglio che strumentalizzare “episodi marginali”, ingigantiti per far passare sotto silenzio operazioni politico-amministrative clandestine, scandalose e ambigue.

Elpidio Del Prete

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