Intervista a Mattucci: “Quella del male minore si e’ rivelata ottima scelta”

di Redazione

Dario MattucciSANTA MARIA CV. La seconda tappa del nostro cammino nella realtà istituzionale sammaritana passa per il giovane presidente del Consiglio comunale, Dario Mattucci.

Candidato a sindaco nella scorsa tornata elettorale, staccatosi dal gruppo politico di appartenenza, dopo aver ottenuto circa il 14,73% delle preferenze, con le sue scelta al secondo turno ha spostato in maniera decisiva l’equilibrio nella contesa Simoncelli-Di Muro, a favore di quest’ultimo. Il nostro intervistato, per la vicinanza anagrafica, ci dà la possibilità di un colloquio informale in cui ci daremo del ‘tu’.

Anche se di giovane età hai già una lungo passato politico. Quando e per quale ragione ti sei avvicinato alla politica? Ho iniziato giovanissimo, 17 anni fa. Come tutti giovani, la mia ispirazione era fortemente ideologica, legata ai valori della destra sociale. Ho iniziato la militanza all’interno del Msi nel suo ultimo anno di formazione e dopo 15 anni di An, sono stato tra i fondatori del Pdl.

Che cosa ha determinato la spaccatura con il Pdl e la tua candidatura a sindaco con una lista civica appoggiata in prima istanza dall’Udc? La spaccatura con il Pdl è nata già negli ultimi mesi del governo Giudicianni. Noi non accettammo il cosiddetto ribaltone, cioè che gruppi del centrodestra sostenessero un sindaco eletto dal centro-sinistra. Anche politicamente noi pensavamo fosse una scelta sbagliata, in quanto il centro destra si sarebbe accollato le responsabilità della precedente amministrazione. Inoltre, avremmo potuto chiedere le elezioni anticipate e sono certo avremmo vinto con la piena legittimazione popolare. Questa nostra tesi è stata condivisa da tutta un’area pidiellina rappresentata dall’onorevole Landolfi, dall’onorevole Polverino e dal senatore Coronella. Alle elezioni, tuttavia, ribadimmo la necessità di un rinnovamento in discontinuità con la precedente amministrazione ma questo non fu accettato. Con l’Udc abbiamo condiviso il progetto relativo ad una lista civica nel primo turno. Al ballottaggio immagino che logiche politiche provinciali e regionali abbiamo portato il partito a non abbandonare il centrodestra.

Gran parte della stampa, in particolar modo on line, nei tuoi confronti ha utilizzato da subito toni trionfalistici come uomo nuovo della politica. Nessuno, tuttavia, ti ha mosso critiche o chiesto chiarificazioni sulla realizzazione di un progetto ambizioso come il tuo in sede di campagna elettorale. Come te lo spieghi? Il nostro consenso è derivato dalla volontà di rinnovamento cittadino. Molti consensi l’ho ricevuto nel primo turno non solo dalla destra a me più vicina, ma anche dal centro sinistra, e Pino D’Agostino con la sua rubrica ne è una testimonianza. La ragione è da ricercare nella volontà di avviare un percorso politico innovativo . Quando già nelle precedenti amministrazioni come in quella Iodice c’erano stano ribaltoni politici, il cittadino si disaffeziona alla politica. Visto che a livello locale non si legifera ma ci vuole il buon senso, e che gli schemi politici nazionali sono abbastanza consunti, noi abbiamo deciso di usare il buon senso anche al secondo turno.

La tua candidatura è stata annunciata come di rottura. Un segno di discontinuità sia dalla politica che dagli amministratori precedenti. Quindi, a nostro avviso per il ballottaggio le scelte non erano due come si è detto ma tre. Ricucire lo strappo con il Pdl, rafforzare l’asse Di Muro-Stellato ma anche la non scelta: l’astensione. La reale coerenza sarebbe stata l’astensione, sia per liberarsi dalla filiera politica ma anche da vecchi amministratori che ora, invece, siedono con te tra i banchi della maggioranza. Si tratta di incoerenza o cosa? Noi abbiamo ottenuto al primo turno il 15% ma un 85% non ha sposato il nostro progetto. Bisogna essere realisti, la maggioranza cittadina ha creduto che le due coalizioni fossero meritevoli del voto, in quanto forse avevano più possibilità di vittoria: i cittadini hanno dato un voto utile. Al secondo turno bisognava essere concreti ed io dovevo fare una scelta per le più di 3000 persone che mi avevano sostenuto. Da una parte c’era il Pdl con cui non era possibile intavolare un discorso .Infatti,quando noi chiedemmo che si tenesse una riunione dell’ esecutivo provinciale sull’argomento, ci hanno risposto picche. Così prendemmo atto che loro volevano una riedizione del governo Giudicianni, solo alla fine sostituito da Simoncelli. Non c’è stato alcuno sfizio privato da parte mia, ma la questione era politica. Come noi non accettavamo il ribaltone di Silvio Berlusconi a livello nazionale, non potevamo accettare dei ribaltonisti a livello locale. Dall’altra parte c’era la coalizione afferente a Di Muro. Dirò di più: se non ci fosse stato l’avvocato Stellato avremmo avuto problemi ad accettare la candidatura a sindaco di Di Muro. Abbiamo accettato per dare vita ad un governo di salute pubblica:oggi 8 consiglieri sono civici e 6 del centro sinistra.

Si è scelto il male minore? Diciamo si, a quel tempo. Ma ora dico di aver fatto la scelta migliore per la qualità del lavoro di questa amministrazione.

Il colloquio con Simoncelli, in cui si paventa un tuo rifiuto al secondo turno solo per battere la corrente del Pdl a te avversa, c’è stato? La politica non è fatta di cose personali. Ai lettori di Pupia do una notizia. La nostra proposta fu quella che il centrodestra dovesse riconoscere la sua posizione ed i suoi errori al ribaltone e pubblicamente ammettere la nostra importanza nella coalizione. Questo non è stato fatto, significa che politicamente non eravamo indispensabili ed è stato anche detto in campagna elettorale. (“Romano?” Chiediamo noi. Un sorriso dell’intervistato precede un sarcastico “Inutile fare dei nomi”). Ribadisco, se ci fosse stato solo Biagio di Muro avremmo potuto avere problemi di apparentamento ma con Stellato si è creata una coalizione più ampia.

Come sta procedendo l’amministrazione attuale? Ti è imputabile una forte discontinuità con il tuo programma elettorale ed i progetti posti in essere nel corso dei primi Consigli. Primo fra tutti, la città giudiziaria da te allora definita fondamentale, con la ripresa del progetto della cittadella ed un no secco allo smembramento degli immobili destinati alla giustizia. In una delle prime sedute consiliari Stellato ha dichiarato che la cittadella è impraticabile e non utile. Il programma approvato è una sintesi dei tre programmi individuali. Sul lato giudiziario la mia posizione rispetto a Stellato è diversa. Io penso che anche se in tempi lunghi, l’accorpamento delle funzioni giudiziarie possa essere valida. Il fitto per i locali a Grattapulci, in via Galatina, rappresenta una parte minoritaria degli uffici giudiziari ed era già stato previsto precedentemente dai sindaci e dei rappresentanti del mondo giudiziario precedentemente. Per realizzare la città universitaria ed un percorso turistico, abbiamo ieri dato vita ad un tavolo tecnico a cui, oltre me ed il sindaco, hanno partecipato il Soprintendente Francesco Sirano, il preside della Facoltà di Giurisprudenza Chieffi, di Lettere e Filosofia Cioffi, di Architettura Gambardella e al tavolo sono invitati l’Ept e la Provincia per novembre. L’obiettivo è quello di creare un percorso nell’ambito di un contesto urbani e ci sarà da migliorare delle infrastrutture che poi richiameranno i flussi dei privati. Io auspico che una collaborazione avvenga anche da parte della minoranza anche su problemi quali il digestore anaerobico. Allora ben venga dalla destra l’aiuto derivante dall’appartenenza alla filiera politica che loro tanto sottolineano ma non solo per progetti quali il turismo, che già viaggiano spediti per merito dell’amministrazione, ma anche per questione più spinose quale l’Ospedale per cui noi ci stiamo battendo affinché non chiuda. Forse, però, in questo caso devono obbedire a logiche politiche.

Qualche anticipazione sulle prossime mosse dell’amministrazione? In primo luogo, vorrei chiarire che le conferenze di servizi di cui si parla ora rappresentano in un momento di crisi mondiale occupazionale un’opportunità di crescita produttiva che nessuno può permettersi di perdere. Inoltre, la stessa amministrazione, oltre alle garanzie ricevute in precedenza da altri organi ne ha richieste altre tecniche e politiche per il benessere pubblico. Dal punto di vista politico non so cosa abbia detto Giudicianni in Procura, ma diversamente a quanto si dice le conferenze non determinarono la sua caduta. Io fui tra i primi firmatari della sua sfiducia e la valutazione fu politica, se ci sono stati problemi interni al suo schieramento io non li conosco. Per il futuro noi vogliamo lavorare in particolar modo sul degrado urbano in città, in maniera particolare sul decoro urbano. Un altro aspetto riguarda il rifacimento del manto stradale. Sono già stati appaltati tre lotti per un valore di 1,5 milioni per la realizzazione di molti tratti viari, che dovrebbero vedere la loro realizzazione con i primi mesi dell’anno nuovo.

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