“Capannone”, gli Autonomisti: “Porre fine a questa telenovela”

di Redazione

 AVERSA. Il glorioso “Capannone”, la struttura sportiva (per modo di dire, visto che rientra nel perimetro dell’ex Consorzio Canapa) che fu teatro negli anni Settanta delle epiche lotte tra le squadre dei Cuel e dei Falchi …

… che, poi, si fusero nella Virtus Aversa che militò anche nella massima serie del volley per diversi anni, insomma, il “tempio” della pallavolo normanna, ridotto ad un deposito di igienici o quasi, tanto da essere difficile anche entrarci a causa di un’espansione di uno dei condomini del complesso ex Consorzio Canapa con tabelloni che pubblicizzano bagni e similari. Una situazione che la politica cittadina, di destra e di sinistra, fa finta di non vedere, di non accorgersi, nonostante il consiglio comunale aveva votato all’unanimità per l’acquisto e la ristrutturazione dell’immobile che, nelle intenzioni, già da tempo, doveva essere trasformato in palestra polivalente.

Un silenzio che pesa e che, seppure non vi fosse niente di inquietante cui pensare (come in effetti sarà), fa ipotizzare intrighi e consorterie che non fanno bene ad alcuno. Ben venga, allora, l’ennesima interrogazione, della quale si discuterà questo pomeriggio in consiglio comunale, che il capogruppo consiliare del Gruppo Unico delle Autonomie Paolo Santulli e i consiglieri comunali Imma Lama, Mario Abate e Salvatore De Gaetano hanno rivolto al sindaco di Aversa Mimmo Ciaramella “ritenendo necessario fare chiarezza in merito al Capannone dell’Ex Consorzio Canapa”.

A tale proposito, gli Autonomisti, forse solo per retorica e per ricordare l’acquisto dell’immobile da parte del Comune con tanto di accensione di mutuo e di progetto per la realizzazione di una palestra polivalente, chiedono di “conoscere se il capannone è stato acquisito al patrimonio comunale e se esiste un progetto per la riqualificazione”. Subito dopo Santulli e soci passano a fare sul serio e chiedono al primo cittadino di conoscere “se tutte le modifiche intervenute in tutta la proprietà dell’Ex Consorzio Canapa hanno le autorizzazioni di legge”, perché tante sono le modifiche apportate dagli altri condomini del complesso.

Subito dopo si pongono e pongono un’altra domanda interessante, ricordando che gli spogliatoi erano divisa dal campo da gioco, tanto che gli atleti vi giungevano dall’ingresso così come il pubblico, chiedono “se la parte collegata al “Capannone” gli ex spogliatoi, sono ancora collegati o sono entrati in altra proprietà e se non sono entrati in altra proprietà, tenuto conto delle modifiche intervenute, come possono essere utilizzati”. Ed anche qui entra in gioco l’attività o l’attivismo che dir si voglia del noto privato, condomino di maggioranza del complesso immobiliare. Ancor a per verificare la situazione e l’esistenza di eventuali abusi l’ex parlamentare chiede di conoscere ‘se il ‘Capannone’ è di proprietà comunale esiste un contratto per l’occupazione di suolo pubblico realizzato da ‘terzo’ con la realizzazione di cartellonistica pubblicitaria; se esiste un contributo per la sistemazione del “Capannone’; se non fosse più semplice porre fine ad una situazione, che per una serie di concause, blocca l’utilizzo di detto ‘Capannone’ alla comunità aversana e al ‘terzo’ che aspira a ‘possedere’ tutto il complesso”.

Da qui la stura alle ipocrisie e ai silenzi della politica degli ultimi anni, quando gli Autonomisti chiedono di conoscere “se nonostante le deliberazioni del Consiglio Comunale di Aversa, al fine di consentire ai cittadini di utilizzare una ulteriore palestra pubblica, non fosse meglio definire un accordo con il ‘terzo’, che di fatto è l’unico che direttamente o indirettamente usa quella proprietà”. Chiusura con una speranza: “Se non fosse più dignitoso e meno ipocrita per tutti porre fine in modo definitivo a questa telenovela”. Un dubbio al quale la politica non può sottrarsi con o senza questa interrogazione.

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