Guerriglia a Lampedusa: appello a Maroni

di Redazione

 LAMPEDUSA.È degenerata la protesta di alcune centinaia di tunisini che si stava svolgendo nei pressi del porto vecchio di Lampedusa, a due passi da una pompa di benzina.

Un gruppo di tunisini ha rubato dal centro di accoglienza alcune bombole di gas e le ha portate nei pressi di una pompa di benzina al porto vecchio, minacciando di farle saltare in aria e tenendo un accendino in mano. Immediatamente una cinquantina di lampedusani si sono avventati contro i tunisini ed è nato un parapiglia.

A questo punto le forze dell’ordine, in assetto anti sommossa, hanno caricato i manifestanti. Gli scontri hanno coinvolto anche alcuni abitanti dell’isola, che hanno dato vita a una fitta sassaiola nei confronti degli immigrati, che hanno risposto lanciando a loro volta pietre e suppellettili. Fino ad ora sono stati medicati nel Poliambulatorio dell’isola due agenti di polizia e un militare della Guardia di Finanza, oltre a una decina di migranti che presentano diverse escoriazioni e contusioni. Per uno di loro, in uno stato di semicoma, il responsabile sanitario, Pietro Bartolo, ha chiesto il trasferimento urgente a Palermo in eliambulanza.

Ma a Lampedusa si registrano disordini anche in altre zone dell’isola, in un clima di “caccia all’uomo” che sta coinvolgendo anche gli abitanti. Altri scontri tra tunisini e forze dell’ordine sono avvenuti anche all’interno del Centro di prima accoglienza dove si trovano ancora un centinaio di immigrati. Gli extracomunitari avrebbero lanciato sassi e altro materiale contro gli agenti che presidiano la struttura. Nel poliambulatorio dell’isola stanno intanto affluendo i primi feriti, appartenenti alle forze dell’ordine. Il responsabile sanitario, Pietro Bartolo, ha chiesto l’invio di altre ambulanze dal centro di accoglienza.

GIORNALISTI AGGREDITI.Alcuni lampedusani hanno aggredito prima la troupe di Sky Tg24 e dopo anche l’operatore della Rai Marco Sacchi, facendogli cadere per terra la telecamera. L’aggressione è avvenuta davanti al distributore di benzina scenario degli scontri. Altri giornalisti, anche l’Adnkronos, sono stati malamente allontanati. “Andatevene è meglio per voi”, ha urlato con toni minacciosi un gruppo di una trentina di lampedusani. I cronisti sono stati accerchiati e costretti ad andar via. “Non vi vogliamo, sparite”, gridava.

“MARONI LIBERI ISOLA”.L’altissima tensione a Lampedusa dopo l’incendio che martedì ha distrutto il centro di accoglienza dell’isola. Durissime le parole del sindaco Bernardino De Rubeis che ha chiesto al ministro dell’Interno Roberto Maroni di “svuotare immediatamente l’isola”. “Siamo stanchi – ha detto De Rubeis a SkyTg24 – Lampedusa ha già dato con l’accoglienza di 55 mila immigrati e non vuole più dare. Vogliamo essere liberati da 1500 delinquenti”. Il sindaco ha chiesto anche l’intervento del presidente della repubblica Giorgio Napolitano usando un’espressione offensiva: “muova il c…”. Poi si è scusato: “Chiedo scusa al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Adesso che gli animi si sono un po’ placati, mi rendo conto d’aver usato parole inappropriate”. “Sono mortificato – ha aggiunto De Rubeis – per le parole utilizzate, ma qui la situazione è davvero ingestibile e si perde il lume della ragione. Rinnovo però, con le dovute maniere, l’appello al presidente Napolitano che è bipartisan e il padre della nostra Italia. Valuti la possibilità di venire a Lampedusa signor presidente – ha concluso De Rubeis – e venga in difesa di quelli che sono i diritti di questa popolazione, ancora orgogliosa di essere italiana”. De Rubeis si è quindi asserragliato nella sua stanza, scortato da tre agenti di polizia, dopo che mercoledì mattina tre lampedusani hanno tentato di aggredirlo, contestandogli di avere tenuto una linea morbida sull’immigrazione. In un cassetto dell’ufficio, De Rubeis tiene una mazza da baseball. “Mi devo difendere, e sono pronto a usarla, scrivetelo pure”, dice. “Siamo in presenza di uno scenario da guerra, – aggiunge – lo Stato mandi subito elicotteri, navi per trasferire i tunisini che vagano per l’isola”.

PONTE AEREO.Intanto, le forze dell’ordine hanno condotto tutti i tunisini all’interno del centro di accoglienza di contrada Imbriacola di Lampedusa, dove solo uno dei tre padiglioni risulta parzialmente agibile dopo l’incendio. I migranti sono sotto stretta sorveglianza. La prefettura e la questura di Agrigento stanno organizzando un piano per evacuare i poco più di mille tunisini nel giro di poche ore con un ponte aereo e – come si apprende da fonti della questura – anche con una nave che dovrebbe giungere a Lampedusa nelle prossime ore. L’intervento dei mezzi marittimi era stato chiesto con forza dal primo cittadino per un più rapido alleggerimento della pressione esercitata dagli stranieri. Nella notte 200 migranti erano stati trasferiti con due C130 dell’Aeronautica militare.

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