Scioglimento, il Tar respinge il ricorso dell’ex amministrazione Lettieri

di Antonio Taglialatela

Andrea LettieriGRICIGNANO. Il Tar Lazio ha respinto il ricorso presentato dall’ex amministrazione comunale guidata da Andrea Lettieri contro il decreto di scioglimento per infiltrazioni camorristiche giunto un anno fa.

Al governo cittadino, dunque, resta fino alle prossime elezioni amministrative del 2012, salvo eventuali proroghe, la commissione straordinaria inviata dalla Prefettura di Caserta.

Il provvedimento di scioglimento fu emanato dal Consiglio dei Ministri il 31 luglio 2010, su proposta del ministro dell’Interno Roberto Maroni, e firmato il successivo 2 agosto dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Iricorrenti, oltre all’ex sindaco Lettieri, erano l’ex presidente del Consiglio Giovanni Di Foggia, gli ex assessori Giacomo Di Ronza, Francescantonio Russo, Antonio Guida, Francesco Di Luise e Giuseppe Buonanno, gli ex consiglieri Carmine Froncillo, Luigi Autiero, Giuseppe Iuliano e Nicola Lucariello.

Gli ex amministratori, nel ricorso, hanno sottolineato come il loro operato sia stato finalizzato “al recupero della legalità, alla lotta all’abusivismo nei settori dell’edilizia e del commercio, al risanamento ambientale e sociale, e che, tra esse, particolare rilievo assumono quelle intraprese nel 2006, all’indomani dell’insediamento della nuova compagine di governo”. Secondo i ricorrenti, proprio tali iniziative “hanno determinato gli attentati che dal 2007, anno in cui l’amministrazione comunale ha avviato una incisiva azione contro la criminalità, hanno avuto a bersaglio il sindaco, il vicesindaco e l’assessore Di Ronza”. Inoltre, gli ex amministratori hanno contestato la relazione ministeriale e la relazione prefettizia che, a loro avviso, avrebbero “fornito notizie erronee, inesatte, insufficienti, incomplete e parziali”, ed avrebbero “omesso l’illustrazione delle iniziative adottate nell’ambito delle azioni intraprese per il ripristino della legalità e la lotta alla criminalità, certamente note alla Prefettura, in quanto rinvenibili negli atti esaminati dalla commissione di accesso, che, talvolta, hanno visto la stessa Prefettura partner istituzionale dell’amministrazione”.

Da parte loro, i giudici amministrativi hanno ritenuto non fondate le motivazioni esposte dai ricorrenti, in particolare quelle da loro definite “iniziative per il recupero della legalità”, sottolineando che quest’ultime “risultano idonee ad influire sulla fondatezza del provvedimento di scioglimento e conseguentemente, sull’esito del ricorso” poiché “del tutto insuscettibili di attestare la sussistenza delle condizioni di libera determinazione degli organi elettivi e il buon andamento dell’amministrazione comunale”.

Poi delle considerazioni sulla figura dell’ex sindaco Lettieri, indagato nel settembre 2009 per concorso esterno in associazione mafiosa. Su di lui gravano le dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia (Paolo Di Grazia, ndr.) secondo cui l’ex primo cittadino avrebbe concluso un accordo pre-elettorale che prevedeva, a fronte dell’impegno di un locale capo clan a favore del politico, rilevanti futuri vantaggi patrimoniali per l’organizzazione camorrista, come l’assunzione di personale legato alla famiglia del pentito. E, ancora, la costituzione della società multi servizi Gmc, il cui partner privato, per la raccolta e smaltimento rifiuti, era la “Flora Ambiente” gestita di fatto dai fratelli Sergio e Michele Orsi, quest’ultimo ucciso il 1 giugno 2008 in un agguato a Casal di Principe; anomalie negli affidamenti dei servizi alla stessa Gmc e ad alcune ditte che si occupavano della refezione scolastica e del trasporto alunni e disabili.

Inoltre, viene sottolineato che tra dieci amministratori esaminati: cinque risultano essere stati controllati con pregiudicati più o meno noti, per la maggior parte dei casi per reati connessi alla delinquenza organizzata; cinque risultano indagati per gravi reati; tre hanno stretti rapporti di parentela con noti camorristi.

In pratica, è stata confermata in toto la relazione ministeriale e della prefettura, con i giudici che hanno respinto il ricorso e condannato i ricorrenti al pagamento di 2mila euro per spese legali.

Ecco il testo integrale della sentenza: CLICCA QUI

Scrivici su Whatsapp
Benvenuto in Pupia. Come possiamo aiutarti?
RedazioneWhatsappWhatsApp
Condividi con un amico