Savina Caylyn, Napolitano incontra familiari marinai. Fiaccolata a Procida

di Redazione

la foto inviata via fax dai sequestratoriNAPOLI. “Sono tornati i pirati, non mi aspettavo che tornassero i pirati…”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, incontrando i familiari dei membri procidani dell’equipaggio della petroliera “Savina Caylyn”, sequestrata al largo delle coste somale lo scorso 8 febbraio.

I familiari dei rapiti attendevano il capo dello Stato, in piazza Tre Martini, a Rimini, dove Napolitano ha deposto una corona di fiori alla memoria delle vittime riminesi della Resistenza. Prima di avvicinarsi al cippo commemorativo dell’eccidio, accolto da una folla festante che lo ha lungamente applaudito, il presidente della Repubblica si è avvicinato ai familiari dei rapiti, che innalzavano cartelli con la scritta “Liberi subito”. Alla richiesta di un suo intervento per giungere al più presto alla liberazione dei marinai italiani sequestrati, Napolitano ha risposto: “Si deve attivare il ministero degli Esteri”.

Intanto, sabato sera tutta Procida si è stretta attorno alle famiglie dei quattro marittimi sequestrati da mesi, a bordo della petroliera ed alla nave da carico “Rosalia D’Amato”. Un lungo corteo, infatti, ha attraversato le strette e suggestive stradine dell’isola di Procida al grido di “Liberi, Subito!”. In strada, secondo gli organizzatori, sono scese circa cinquemila persone. Quattro i chilometri di marcia percorsi da Marina Grande fino alla Marina della Chiaiolella: sono i luoghi simbolo della più piccola isola del golfo di Napoli. Fiaccole ovunque hanno accompagnato i manifestanti lungo l’intero percorso. Ai procidani – tantissimi quelli che erano visibilmente emozionati – si sono uniti anche i tanti turisti presenti che hanno voluto manifestare la loro vicinanza ai familiari dei marittimi.

Il video di Gennaro Savio (Pciml tv)

“È emozionante come sindaco vedere una così grande partecipazione di una comunità che ancora una volta si stringe attorno alle famiglie dei nostri marittimi sequestrati a dimostrazione che non ci sono solamente degli slogan ma una chiara volontà di continuare una battaglia per sensibilizzare sia la società armatrice che il Governo”, spiega il sindaco di Procida,Vincenzo Capezzuto. “È una grande manifestazione che dimostra come Procida sappia mobilitarsi. Il Governo – dice Luigi Muro, deputato di Fli – deve abbandonare la posizione burocratica assunta ed impegnarsi di più tenendo presente che in una società democratica come questa che viviamo non ci sono ragioni di nessun tipo che possano impedire la liberazione dei nostri concittadini”.

Al corteo/fiaccolata hanno partecipato tutte le famiglie dei marittimi sequestrati ed anche il consigliere comunale di Piano di Sorrento, Antonio Russo, in rappresentanza dell’amministrazione comunale per la comunanza di interessi visto che uno dei marittimi sequestrati Giammaria Cesaro è di Piano di Sorrento. “Non abbiamo alcuna notizia dei nostri cari”, hanno detto i familiari dell’ufficiale di bordo Guardascione e la sorella del comandante della Savina Caylin, Rachele Lubrano, che ha auspicato “un intervento del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi“.

L’isola di Procida chiede con forza l’intervento dello Stato per l’immediata liberazione dei marittimi sequestrati, che per ora si è concretizzato nell’invio della Fregata “Andrea Doria” nel Golfo di Aden. La nave, con a bordo un equipaggio di 22 persone, 17 indiani e 5 italiani, fu sequestrata dai pirati in pieno Oceano Indiano, a 880 miglia dalle coste somale e a 500 miglia dall’India. Tra i 5 italiani figurano il capitano Giuseppe Lubrano Lavadera, 47 anni, di Procida, e Antonio Verrecchia (62 anni, di Gaeta, direttore di macchina), Gianmaria Cesaro (26anni, di Piano di Sorrento, allievo di coperta),Crescenzo Guardascione (41 anni, di Procida, terzo ufficiale di coperta),Eugenio Bon (30 anni, di Trieste, primo ufficiale).

La “Savina Caylyn” appartiene alla società armatrice “Fratelli D’Amato” di Torre del Greco. Lunga 266 metri, del peso di 105mila tonnellate, è stata varata nel 2008. Il 2 febbraio scorso aveva caricato 87mila tonnellate di petrolio nel terminale di Marsa Bashayer, sul Mar Rosso, in Sudan, ed era diretta a Pasir Gudang,in Malesia, con arrivo previsto per il 20 febbraio.Il sequestro si è verificatoa670 miglia ad est di Socotra, l’isola yemenita di fronte alla punta del Corno d’Africa.

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