MILANO.Emilio Fede è stato iscritto nel registro degli indagati per il reato di concorso in bancarotta di Lele Mora. I due, insieme a Nicole Minetti, sono accusati anche di induzione e favoreggiamento alla prostituzione nel caso di Karima “Ruby” El Mahroug.
Il direttore del Tg4 nei giorni scorsi ha ricevuto un invito a comparire ed è stato sentito dai pubblici ministeri, Massimiliano Carducci ed Eugenio Fusco.
Fede è stato coinvolto nellinchiesta perché avrebbe trattenuto parte dei 2.950.000 euro che Silvio Berlusconi aveva prestato a Mora nel 2010 per ripianare i suoi debiti ed evitare il crack. Le versioni di Fede e Mora non solo divergono, ma sono state ritenute dagli investigatori del tutto contrastanti.
Secondo quanto trapela, Fede avrebbe dichiarato di aver preso 400 mila euro in restituzione di un precedente prestito. Mora invece nel corso di due diversi interrogatori, lultimo dei quali si è tenuto oggi, avrebbe sostenuto che il direttore ha trattenuto per sé poco meno della metà del totale del prestito, erogato in tre diverse tranche. In ogni caso, i pm contestano a Fede di aver sottratto parte dei soldi proprio nel gennaio 2010, durante i 30 giorni concessi dal giudice fallimentare a Mora per trovare una soluzione utile a evitare il crack, dopo che il fascicolo sulla LM Management era stato trasmesso da Bergamo a Milano. Lo proverebbe una scrittura privata agli atti dellinchiesta. Proprio il 19 gennaio, infatti, Mora aveva ricevuto assegni per 950 mila euro, viene ricostruito nellordinanza di arresto a suo carico. Avrebbe poi ricevuto due assegni per un totale di 1 milione il 18 marzo e ancora 1 milione il 19 ottobre. Le versioni di Fede e Mora divergono inoltre sul fatto che Berlusconi avrebbe promesso a Mora un ulteriore prestito, perché lagente temeva di finire in carcere come poi è accaduto.
Ilgiornalista avrebbe negato che questo sia accaduto. Per accertare dove stia la verità, la procura ha disposto ulteriori accertamenti che si aggiungono alla documentazione acquisita tramite rogatoria a Lugano.