Quale destino per il “Capannone”? Gli autonomisti interrogano Ciaramella

di Redazione

Paolo SantulliAVERSA. Conoscere la verità sul destino del glorioso “Capannone”, teatro delle memorabili gesta di Falchi e Cuel confluiti nella Virtus, assurta all’olimpo pallavolistico nazionale e porre fine alla telenovela con il commerciante che detiene buona parte dell’ex Consorzio Canapa di Aversa.

Questo in estrema sintesi quanto chiedono, con un’interrogazione pungente rivolta al sindaco Mimmo Ciaramella il capogruppo del Gruppo Unico delle Autonomie unitamente ai consiglieri comunali Imma Lama, Mario Abate e Salvatore De Gaetano e Paolo Santulli. In primo luogo Santulli e soci chiedono di “conoscere se il capannone è stato acquisito al patrimonio comunale” e “se esiste un progetto per la riqualificazione”. Domande retoriche, forse, tenuto conto che il comune ha acceso anche un mutuo per acquistarlo e che ha presentato un progetto di riqualificazione in palestra comunale per ottenere dei contributi.

Ma, intanto, il “Capannone” è inutilizzato e rischia di essere fagocitato dalle attività della ditta di igienici che è presente nell’area. Forse è per questo che gli interroganti chiedono di sapere”se tutte le modifiche intervenute in tutta la proprietà dell’Ex Consorzio Canapa hanno le autorizzazioni di legge; se la parte collegata al “Capannone”, ossia gli ex spogliatoi, è ancora collegata o è entrata in altra proprietà” e se non è entrata in altra proprietà, tenuto conto delle modifiche intervenute, come può essere utilizzata”. Ancora una volta il riferimento chiaro alla ditta che ha trasformato la zona in un mega-extra cartellone pubblicitario. Tanto che Santulli e compagni chiedono specificamente di conoscere “se il “Capannone” è di proprietà comunale se esiste un contratto per l’occupazione di suolo pubblico realizzata da “terzo” con la realizzazione di cartellonistica pubblicitaria”.

Per quanto riguarda la possibilità di utilizzare l’immobile, viene chiesto di conoscere “se esiste un contributo per la sistemazione del “Capannone” e “se non fosse più semplice porre fine ad una situazione, che per una serie di concause, blocca l’utilizzo di detto “ Capannone” alla comunità aversana e al “terzo” che aspira a “possedere” tutto il complesso”. A questo punto una sorta di provocazione quando si chiede “se nonostante le deliberazioni del Consiglio Comunale di Aversa, al fine di consentire ai cittadini di utilizzare una ulteriore palestra pubblica, non fosse meglio definire un accordo con il “terzo”, che di fatto è l’unico che direttamente o indirettamente usa quella proprietà” e “se non fosse più dignitoso e meno ipocrita per tutti porre fine in modo definitivo a questa telenovela”. Telenovela che, al momento, vede l’importante ditta rivenditore di igienici e affini fare la parte del leone in quell’area.

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