Scalzone e Griffo tuonano contro associazioni Masslo e Capodarco

di Redazione

Michele GriffoAntonio ScalzoneTRENTOLA DUCENTA. Nasce un confronto istituzionale e una sinergia tra i sindaci di Castel Volturno, Antonio Scalzone e quello di Trentola Ducenta Michele Griffo, sulle parallele vicende inerenti l’affidamento e la gestione dei beni confiscati alla camorra …

… da parte di associazioni che avrebbero sollevato un polverone mediatico e politico sulle due rispettive amministrazioni comunali a seguito delle verifiche impartite dagli enti comunali. Ieri mattina intorno alle ore 12.00 si è tenuta una conferenza stampa presso la casa comunale di Castel Volturno, alla quale hanno partecipato i due sindaci suindicati, il vicesindaco Angela Iacono, l’assessore al Patrimonio Raffaele De Crescenzo e il presidente del consiglio comunale Giovanni Milone.

Tale confronto è stato reso necessario, secondo i due primi cittadini, in quanto su entrambi gli esecutivi sono piovute una serie di accuse politiche e mediatiche per i controlli e le verifiche fatte effettuare, nonché per le decisioni prese nei confronti dell’associazione o “Comunità Capodarco”, che gestisce la casa famiglia dei Felicioni, in via Romaniello a Trentola Ducenta, e l’associazione “Jerry Masslo” di Castel Volturno che gestiva Casa Alice.

Dalla conferenza stampa è emerso il presupposto che i sindaci di centro destra si sono sentiti ghettizzati dall’uso associativo e politico di tali beni confiscati. Inoltre è stata lanciata la proposta-provocazione di controllare i registri contabili per l’attività svolta dalle rispettive associazioni sui rispettivi territori comunali e sia Scalzone che Griffo sono pronti a sfidare con dati e documenti alla mano i vertici delle associazioni in questione in un confronto televisivo. Al riguardo il vicesindaco di Castel Volturno, Angela Iacono, ha precisato anche, che l’azione di verifica e di controllo delle attività associative è stata espletata nei confronti di tutte le associazioni territoriali che detengono un bene confiscato: “Noi abbiamo fatto solo il nostro dovere di amministratori. Se non avessimo fatto le dovute verifiche sì che avremmo violato la legge”.

La nota stampa rilasciata dal sindaco Antonio Scalzone e dall’amministrazione comunale di Castel Volturno:

Dopo i professionisti dell’antimafia, della solidarietà, dell’accoglienza e della tolleranza, oggi abbiamo un altro filone ed è quello della legalità. Chi sta con le cooperative e con le associazioni del volontariato fatto con i soldi dei cittadini, allora è buono, è bravo, è bello e soprattutto anticamorrista e combatte l’illegalità; chi non è allineato a sinistra è un possibile delinquente e magari colluso con la camorra, pur agendo nel rispetto della legge, quando va a toccare gli interessi dei suoi associati o dei suoi protetti, come minimo inquieta tutto il mondo della sinistra e di fatti suonano le sirene, nonchè vi è un allarme dell’opinione pubblica. Tutti uniti contro chi si permette di non condividere le loro iniziative e le loro idee. Spesso alimentano il sospetto nei confronti dell’avversario e piano piano con qualche calunnia e qualche offesa tentano di mettere il bavaglio. Lo scontro lo cercano per accaparrarsi spazi nei quali non vogliono intromissioni, forse per evitare che si possa capire come si spendono le risorse pubbliche a loro affidate, oppure perché hanno qualcosa da nascondere. Sono venuto a conoscenza del programma di incontri che un’associazione nazionale ha previsto sui beni confiscati in alcuni comuni del napoletano e del casertano. Sono per l’esattezza cinque comuni: San Cipriano, Sessa Aurunca, Ottaviano, Casalnuovo e Castel Volturno. Gli unici sindaci che sono stati invitati a portare il saluto della propria città ospitante sono il sindaco di Ottaviano e il sindaco di Casalnuovo, stranamente tutti e due di sinistra, mentre gli altri tre, tra cui il sottoscritto, di centro destra neanche invitati agli eventi programmati sui propri territori. E’ proprio così che questi signori si vogliono unire per contrastare e fare la lotta alla camorra, forse li infastidiamo più noi che i camorristi”.

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